BIRAGHI A FV, OBBLIGATI A CREDERE ALL'EUROPA. PIOLI? VALORI FUORI DAL CALCIO

Esclusiva di Firenzeviola.it per RMC Sport
10.05.2018 19:17 di Redazione FV Twitter:    vedi letture
Fonte: a cura di Lorenzo Di Benedetto e Pietro Lazzerini
BIRAGHI A FV, OBBLIGATI A CREDERE ALL'EUROPA. PIOLI? VALORI FUORI DAL CALCIO
FirenzeViola.it

Il difensore della Fiorentina Cristiano Biraghi ha rilasciato un’intervista esclusiva a RMC Sport, andata in onda quest’oggi nel corso della trasmissione “Garrisca al vento”, programma del network a cura della redazione di Firenzeviola.it. Queste le parole del terzino a pochi giorni dalla sfida di domenica contro il Cagliari:

Biraghi, il Milan ha perso la Coppa Italia e per l’Europa c’è un posto in più: ci credete?
“Abbiamo l’obbligo di farlo. Ce lo meriteremmo per tutto lo sforzo profuso fino ad oggi e dobbiamo stare sul pezzo fino alla fine. Proveremo a vincere le prossime due partite che ci separano dal termine della stagione”.

Questo è il suo primo anno a Firenze: i primi mesi sono stati difficili poi le cose sono migliorate…
“Quando finisce un ciclo e inizia quello nuovo, serve un po’ di pazienza: in tanti non conoscevano la lingua, noi non conoscevamo l’allenatore ed il suo staff per cui c’è voluto un po’ più di tempo per ambientarsi. Noi abbiamo sempre creduto di poter far bene perché abbiamo una squadra di qualità e valori. Abbiamo sempre lavorato, nonostante le critiche che sono arrivate. Sono contento di aver riportato entusiasmo a Firenze”.

Siete una squadra giovane, per cui questo anno vi avrà senza dubbio portato molta esperienza in più…
“Siamo stati bravi grazie al mister a credere in quello che facevamo, anche se in campo all’inizio non ci trovavamo. Abbiamo però lavorato intensamente e adesso i frutti si vedono”.

Crede che la svolta della squadra sia avvenuta dopo la scomparsa di Astori?
“Davide era un punto di riferimento per noi, è stata una perdita umana difficile da superare. Ci siamo a quel punto guardati in faccia e ci siamo detti che dovevamo fare tutti qualcosa in più, come faceva anche lui in allenamento e in partita”.

Adesso siete diventati una vera famiglia anche fuori dal campo…
“Sì è vero, in questo spogliatoio non c’è soltanto un rapporto calcistico o lavorativo ma tanti aspetti in più che creano un’atmosfera importante. Adesso non dobbiamo sederci: dobbiamo far sì che il gruppo cresca ancora, è da inizio anno che crediamo di costruire qualcosa di importante: daremo soddisfazioni a noi e a tutta Firenze”.

Nel gruppo c’è la voglia di andare avanti tutti insieme anche nei prossimi anni?
“Adesso pensiamo alle prossime due domeniche: poi sarà giusto staccare perché questa annata è stata molto impegnativa, l’anno prossimo ripartiremo con una società solida. Sappiamo tutti cosa stiamo costruendo”.

Che tipo di allenatore è stato per voi Stefano Pioli in questi mesi?
“Non spetta a me commentare il suo curriculum: il mister ha ottenuto grandi risultati dovunque sia stato. È una persona eccezionale e nel mondo del calcio c’entra davvero poco, perché ha dei valori che spesso nel nostro sport vengono tralasciati. Ci ha fatto crescere molto sotto l’aspetto umano”.

Il mister di lei ha detto che è stato il giocatore cresciuto maggiormente: la rendono felice queste parole?
“Lo ringrazio molto, sono parole che fanno piacere: io lavoro giorno per giorno per migliorarmi. Lavorare con costanza nei momenti più difficili e meno difficili è basilare. Sono contento che tutti abbiano visto i miei miglioramenti, ma spero di diventare ancora più forte”.

La fascia di capitano quest’anno è passata sul braccio di Badelj, di Pezzella, di Saponara e di Chiesa: vi sentite un po’ tutti capitani di questa squadra?
“Tutti ci sentiamo parte fondamentale del progetto, poi Badelj e Pezzella sono i giocatori con tanta personalità e sono i punti di riferimento maggiori del gruppo, soprattutto per i più giovani”.

La squadra si è data un obiettivo ad ampio raggio in vista dei prossimi anni?
“No, non abbiamo mai parlato di questo: nel calcio non si sa mai nemmeno cosa succede domani… la nostra filosofia è quella di migliorare giorno dopo giorno pensando al presente. Un ciclo non dura un anno ma alcuni anni, però adesso siamo concentrati a chiudere al meglio questa stagione”.

Dalle sue parole si capisce che tiene molto a Firenze: le piacerebbe dunque restare qui a lungo?
“Io a Firenze sto bene, ho iniziato tra lo scetticismo di tanti ma è grazie all’allenatore e alla società che sono cresciuto. Parlare di cose future non mi sembra giusto adesso, anche perché rischieremmo di mandare all’aria tutto. Pensiamo a domenica, dove col Cagliari dovremo giocare 90’ alla morte. Nessuno di noi sta facendo valutazioni per il futuro”.

Nella sua carriera ha avuto tante esperienze, una anche all’estero: ha qualche rimpianto per come si sono concluse?
“No, affatto: credo che chi vive di rimpianti è un morto che cammina. Io ho fatto i miei errori da una parte e ho avuto fortuna dall’altra parte. Io vivo la mia vita sempre al massimo e ho sempre la coscienza pulita quando faccio le mie scelte”.

Dopo le tensioni di inizio anno, qual è il suo rapporto con i tifosi viola?
“All’inizio la squadra non era ben vista da parte di tanti: eravamo tutti nuovi e non facevamo i punti che una squadra come la nostra si merita. Ma i primi a non essere soddisfatti eravamo noi. Adesso siamo felici di aver fatto entusiasmare la città e che la proprietà abbia ritrovato il feeling con Firenze. Ora siamo chiamati a mantenerlo questo clima”.

Ha la percezione che adesso sia Diego che Andrea Della Valle siano più vicini alla gente?
“Da quando sono arrivato la vicinanza della società l’ho sempre sentita, anche se non vedevamo i proprietari a Firenze fisicamente. Adesso non è cambiato molto rispetto a prima: sicuramente è un fattore positivo per la piazza, perché siamo tutti più uniti e l’unione fa la forza”.

Quanta voglia ha di far parte della Nazionale che verrà?
“Ogni bambino che inizia a giocare a pallone sogna prima o poi di indossare la maglia della Nazionale. Sicuramente stando a Firenze potrò avere più chances di quando stavo a Pescara: ci spero molto, dunque. In Italia ora sta nascendo un nuovo ciclo e anche in questo caso ci sono scetticismi: dobbiamo dare tempo ai nuovi protagonisti perché ci sono talenti in grado di poter fare la differenza nei prossimi anni, come ad esempio Chiesa e Benassi. Sicuramente l’Italia tornerà in alto, ovvero dove le compete”.

L’Italia ripartirà da Mancini come ct: è una buona scelta secondo lei?
“Mancini ha grande esperienza e ha vinto tanto non solo in Italia. Non ho mai avuto la fortuna di lavorare con lui ma a Milano ha lasciato un ottimo ricordo, visto che io ho vestito il nerazzurro poco dopo che lui se n’era andato”.

Come mai si fa tanta fatica in Italia a trovare dei terzini di livello?
“Non lo so, non riesco a trovare una spiegazione, ma forse è meglio così: se c’è una pagnotta e siamo in due a doversela mangiare anziché in 10 è meglio…”

Se la sente di fare un appello ai tifosi perché riempiano lo stadio domenica contro il Cagliari?
“Certo, mi piacerebbe davvero che il Franchi fosse pieno perché numeri alla mano quando in tanti sono venuti a sostenerci noi abbiamo sempre fatto grandi cose: l’ambiente caldo di Firenze ci serve e danneggia la squadra che gioca contro di noi”.