ANDUJAR A RFV: "NICO HA UN FUTURO NEI TOP CLUB. BELTRAN NON È PER UNA SQUADRA CHE CROSSA"

02.12.2023 15:00 di  Ludovico Mauro  Twitter:    vedi letture
ANDUJAR A RFV: "NICO HA UN FUTURO NEI TOP CLUB. BELTRAN NON È PER UNA SQUADRA CHE CROSSA"
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© foto di Federico Gaetano

Beltran fatica a segnare, Quarta mostra le solite lacune, Infantino non trova spazio, mentre Nico Gonzalez non smette di segnare e far sorridere i tifosi della Fiorentina. Tutti argomenti trattati, in esclusiva a Radio FirenzeViola, da Mariano Andujar, portiere che ha da poco annunciato l'addio all'Estudiantes e con dei trascorsi in Italia fra Palermo, Catania e Napoli, sempre vicino al nostro campionato, come alla nazionale argentina (con cui è stato vicecampione del mondo nel 2014). 

Alla fine la Fiorentina è una piccola colonia argentina. 
“C’è Nico Burdisso, un carissimo amico mio. Poi hanno fatto il Viola Park: quelli sono segnali in cui si vede che una società è sana e lavora bene, e può stare nei primi posti pur avendo contro tutte le altre squadre forti, le solite”.  

Qui sta esplodendo Nico Gonzalez, che si è perso il Mondiale ma è disegnato come erede di Di Maria nel futuro della Seleccion. Se lo aspettava? 
“Certamente lo vedo nel futuro della nazionale, ma non gli metterei quel peso addosso di “erede di Di Maria”. Lui sarà quel che sarà, è già un giocatore importante per la nazionale, è sempre tra i convocati. E non mi stupisce: qua ha giocato anche centravanti ed è un giocatore intelligente e devastante. Sarà destinato a fare grandissimi campionati, o a Firenze o altrove, da top club”. 

Invece sta facendo fatica Beltran. Pensa si possa imporre prima o poi? 
“Certamente. È normale che un giocatore che ha avuto un percorso così veloce e si trova dall’altra parte del mondo, a imparare una nuova lingua, ad avere un allenatore che chiede cose diverse, possa far fatica all’inizio. Bisogna avere pazienza con lui e dargli lo spazio che necessita per diventare ciò che è stato qua al River. Perché le condizioni ci sono, va aspettato e non ho dubbi che Burdisso e la società lo stiano facendo. Non si può andare da lui e pretendere 20 gol al primo campionato. Beltran può giocare tranquillamente in Italia e fare grandissimi campionati, ma gli va dato tempo”. 

A Firenze si parla tanto del suo ruolo, lo vede più da prima o da seconda punta? 
“Dipende come giochi. In un 4-3-3 serve uno più potente come un Luca Toni, e Beltran non ha quelle caratteristiche. Lui per me può fare sia la prima che la seconda punta, ma è perfetto nell’attaccare lo spazio. Invece una squadra che crossa tanto non è adatta a lui. Però le capacità tecniche e fisiche ce l’ha, poi sta anche alla squadra fargli arrivare la palla. Prima o poi comunque si sbloccherà e tutte queste chiacchiere non avranno più senso”. 

In viola c’è anche Quarta, che seppur cresciuto ricade spesso nei soliti errori. Ce lo vede in nazionale? 
“Sì, è forte. Per rimanere in Italia e alla Fiorentina devi avere qualcosa. Poi ci sono milioni di variabili, ma Quarta in Argentina ha fatto benissimo. Ha forza, velocità, è un buon difensore centrale. Il giocatore è forte, forse c’è qualche situazione che non gli permette di esprimersi al massimo. Ma i giocatori della Fiorentina sono forti, non ci gioca chiunque”. 

Invece uno che sta facendo tanta fatica a giocare è Infantino. Lei lo ha affrontato l’anno scorso, lo vede pronto o acerbo per il calcio europeo? 
“Gino è molto giovane e qua ha giocato anche poco. È uscito dall’Argentina presto, come dicevo prima gli va dato tempo di ambientarsi. Non era mai uscito da casa sua, ci sono un sacco di cose che a volte, chi giudica, non mette in conto. E magari attaccano un ragazzo che a 20 anni è in un contesto del tutto diverso. Ma Gino Infantino sarà nel giro della nazionale nei prossimi anni, gli va solo dato tempo”. 

Infine, la Fiorentina sta lavorando per De La Vega del Lanus, che lei ha affrontato pochi giorni fa. Che ne pensa, ce lo vedrebbe in Italia? 
“Senza dubbio. Secondo me è già pronto, prontissimo, per fare il salto. A differenza di Infantino, De La Vega qua ha giocato tanto. Quindi arriverebbe sicuramente più preparato per ambientarsi subito, come ha fatto Retegui, con cui ho giocato. Quando uno gioca di più è più prematuro: De Le Vega è prontissimo per andare in Italia e fare bene. Poi bisogna vedere in quale squadra lo porti e dove lo collochi”.