VITTORIA PESANTE PERCHE’ FATICOSA. RISPETTO AL 20/21 NUMERI OTTIMI. IL CORAGGIO GIUSTO PER L’EUROPA. CABRAL, PIU’ DI LOTTA CHE DI GOVERNO. EVVIVA! HA SEGNATO UN ESTERNO… CASTROVILLI BELLO E CONCRETO. ALVAREZ: QUOTAZIONI IN NETTO RIALZO
Una vittoria molto pesante perché sofferta. Ma la sofferenza non è stata creata dagli assalti degli avversari, bensì dalla conclamata difficoltà a far gol per gli attaccanti viola, nonostante una mole di gioco notevole, sublimata da 24 tiri verso la porta dell’Empoli.
La fatica immane della squadra è stata premiata da una sola rete, ma importantissima. A segnarla è stato un esterno, uno di quelli finiti al centro del dibattito non per deficienze tecniche o tattiche, quanto per la sterilità offensiva.
Le punte di fascia, nel gioco di Italiano sono attaccanti a tutti gli effetti, devono vedere la porta e possibilmente bucarla. Invece il piatto piange perché i 5 esterni - Callejon, Saponara, Sottil, Ikonè e Gonzalez - nel complesso hanno firmato solo 9 gol. Ieri l’argentino dopo aver tirato debolmente verso Vicario, in un’occasione della ripresa la conclusione era parsa una carezza, scatenando commenti negativi, ha firmato il vantaggio di testa, sull’ottima punizione di Biraghi.
Gonzalez ha meritato il gol perché al netto della scarsa - al momento - inclinazione a realizzare, le sue partite sono sempre rotonde, ricche di spunti intelligenti. Gonzalez ha l’assist nel sangue, il dribbling, fa ammonire ed espellere i propri controllori che sovente passano contro di lui un paio di ore da emicrania. Anche con l’Empoli è successo, tra l’altro coinvolgendo un difensore dal rendimento alto. Luperto, già gravato da un’ammonizione (forse eccessiva) beccata nel primo tempo, ha travolto l’argentino all’11’ della ripresa. Giallo da regolamento che sommato al precedente ha maturato l’espulsione, indirizzando il destino della sfida tra le braccia della Fiorentina. Dopo l’intervallo è salita molto anche la prova di Saponara che in precedenza era rimasto più in ombra.
Sottil, per rimanere in tema, ha giocato pochi minuti, ma ha messo in mostra uno strappo dei suoi che poteva e doveva sancire la chiusura della gara, come ha ricordato dopo in sala stampa Italiano. Riccardo purtroppo davanti a Vicario ha fallito l’ultima scelta e ha sprecato un pallone d’oro. Deve crescere, sono peccati di gioventù, ma sta migliorando.
Gli occhi erano tutti puntati su Cabral, finalmente titolare. Il brasiliano è stato più di lotta che di governo. Traduciamo: rispetto a Piatek è un centravanti più mobile, disposto ad assecondare i movimenti della squadra, legando più gioco e reparti. Tecnicamente però non è sublime, ma può migliorare, in fin dei conti ha soltanto 24 anni. Sfrutta il fisico, fa a sportellate, si lancia per rubare il pallone o per contrastare Stojanovic, come ha fatto in pieno recupero, che si sganciava sulle destra. Un numero 9 che a fine gara quando la benzina scarseggia decide di sacrificarsi in quel modo, ha diritto ad una menzione positiva. Sul resto c’è da lavorare: è macchinoso nei movimenti e deve essere più preciso. Nel primo tempo ha avuto una buona chance, ma ha sparato in curva. Mentre nel secondo, su assist perfetto di Saponara, in scivolata - tipo il gol fatto a Reggio Emilia - ha segnato: peccato che il gol non sia stato convalidato per fuorigioco dell’ex Empoli. La sensazione è che Cabral avrà bisogno di tempo per inserirsi definitivamente, l’appuntamento sarà per la prossima stagione, ma se intanto in questa fabbricasse tre-quattro gol decisivi sarebbe perfetto.
E’ la Fiorentina di Italiano, sostenuta da robuste dosi di coraggio, quello giusto per provare ad andare in Europa.
I viola sono dentro la corsa: tra la Roma quinta e la Fiorentina (50) ottava, ballano solo 4 punti e in mezzo ci sono Lazio (52) e Atalanta (51). L’Europa a sette giornate dalla fine (otto per i viola) si decide in un fazzoletto di classifica, con un equilibrio incredibile. La Fiorentina, però, ha un piccolo vantaggio: oltre al recupero con l’Udinese (che comunque ha rifilato cinque gol al Cagliari), potrà contare sullo scontro diretto con la Roma al Franchi. Quello potrebbe essere il momento topico per conquistare l’Europa.
Il differenziale con la stagione scorsa riporta numeri ottimi.
I viola, se ripensiamo alla 31esima giornata della stagione scorsa, hanno 20 punti in più. Se poi guardiamo gol fatti e subiti, il miglioramento è altrettanto interessante: nel 20/21 erano state segnate a questo punto 39 reti e incassate 52 addirittura. Adesso la Fiorentina è a quota 49 gol realizzati e appena 38 presi. Le differenze si commentano da sole.
L’altro elemento che merita un focus particolare è la media punti tra il periodo di Vlahovic e le 9 gare successive senza il serbo, ragionando solo per il campionato. Vlahovic ha giocato l’ultima volta con la Fiorentina (era la 22esima giornata) contro il Genoa (6-0 con un centro suo): la sera la Fiorentina aveva 35 punti (con una partita in meno), media di 1,66 a gara. Considerando Cagliari la prima sfida dei viola senza Dusan (era a casa col Covid), sono state 9 le partite giocate compreso il derby con l’Empoli: la Fiorentina ha fatto altri 15 punti e la media è rimasta identica, cioè 1,66 a gara. Questo non significa che la partenza di Vlahovic sia stata indolore, tutt’altro. La sterilità in attacco è la riprova che con Vlahovic probabilmente oggi vedremmo un altro film, ma è innegabile che la squadra e il suo allenatore abbiano saputo tenere botta di fronte ad un trasferimento sanguinoso sul piano tecnico. Come? Vincendo spesso di “cortomuso”: con Atalanta, Bologna e Empoli (sempre 1-0). Migliorando di conseguenza il rendimento della difesa: non a caso la coppia Milenkovic-Igor sta facendo miracoli, ma in generale è tutta la manovra difensiva ad essere cresciuta notevolmente. Questo è stato il grande merito del branco di Italiano: superare una grande criticità come la partenza di Vlahovic.
Tra le belle notizie anche il ritorno di Castrovilli. Gaetano nel derby ha offerto, dopo San Siro, un’altra ottima prestazione: belle giocate, dinamismo, furore agonistico. Manca ancora un po’ per il miglior Castrovilli, ma la strada è quella buona. Italiano aspetta i recuperi di Odriozola e Bonaventura, mentre domenica a Napoli non avrà Torreira (squalificato), un’assenza rilevante.
Infine il mercato: dall’Uruguay lievitano sempre di più le voci di un corteggiamento non tramontato - dopo la finestra invernale - della Fiorentina per Agustin Alvarez. Centravanti classe 2001 del Penarol, attaccante da 15-16 milioni. Sappiano anche che gli uomini mercato viola difficilmente mollano la preda al primo fallimento. Tornano sempre all’assalto: il problema tre mesi fa era nato con la richiesta del Penarol di avere il 30 per cento sulla futura rivendita del cartellino. Irricevibile da parte della società viola e con valide ragioni. Ora sembra che lo scenario stia mutando. Attenzione ad Alvarez, potrebbe essere davvero lui il primo rinforzo della prossima estate. Adesso, però, pensieri solo all’Europa.