SOUSA A FIRENZE: LUNEDÌ LA PRESENTAZIONE. UN MERCATO DA AGGREDIRE VELOCEMENTE, LE ALTRE BIG FANNO SUL SERIO. DELLA VALLE ARRIVA TRA UNA SETTIMANA

20.06.2015 00:03 di  Mario Tenerani   vedi letture
SOUSA A FIRENZE: LUNEDÌ LA PRESENTAZIONE. UN MERCATO DA AGGREDIRE VELOCEMENTE, LE ALTRE BIG FANNO SUL SERIO. DELLA VALLE ARRIVA TRA UNA SETTIMANA
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© foto di Federico De Luca

E così il gran giorno è arrivato. Anche se le dimensioni di questo sbarco a Firenze saranno più chiare tra qualche mese. Paulo Sousa è viola: lunedì sarà in città e nel tardo pomeriggio verrà presentato ufficialmente. Il portoghese è il 18esimo allenatore straniero della storia viola e agli ultimi tre, parliamo di Lazaroni, Terim e Mihajlovic, seppur per ragioni diverse, la sorte non sorrise. Furono esonerati. Bisogna tornare al biennio svedese di fine anni Ottanta, era la B2 di Baggio e Borgonovo, firmato da Sven Goran Eriksson, per parlare di un buon ciclo portato a compimento. Ma questo non significa niente. L’augurio è che Sousa possa sconfiggere con risultati e gioco - l’ordine di importanza non è casuale - l’infausta tradizione. Il lusitano, fresco vincitore del campionato svizzero sulla panchina del Basilea, mette i piedi a Firenze accompagnato da una nuvola di scetticismo. Un po’ perché in pochi, pochissimi, sanno veramente come lavora e perché fare meglio di Montella - tre quarti posti consecutivi, una finale e una semifinale di Coppa Italia e una semifinale di Europa League, oltre ad un invidiabile curriculum di vittorie in trasferta - non sarà semplice. Ma Sousa non può essere accolto con il pregiudizio; ogni allenatore ha il diritto ad un periodo (non lungo) in cui spiegare il proprio lavoro. L’allenatore è figlio dei suoi risultati. Non è del tutto giusto questo ragionamento, ma siamo in Italia: qui ti concedono tutto tranne la vittoria. Devi fare punti per puntellare la panchina anche se i Della Valle pretendono giustamente dai loro tecnici un’impronta di calcio estetico, in linea con il gusto raffinato dei fiorentini e con il profilo della proprietà. Il modulo sarà frutto del mercato, in altre parole delle risorse umane di cui il portoghese disporrà. Sousa ama il 4-3-3 ma pure il 4-2-3-1, moduli diversi e portatori sani di buon gioco. Pare che il tiki-taka di Montella evaporerà per lasciare spazio ad una fase difensiva più attenta e a ripartenze brucianti su linee esterni e centrali del campo. Tutta teoria, sia chiaro. Aspettiamo i giocatori, poi giudichiamo. A tal proposito mentre a Firenze si è discusso molto prima del mal di pancia di Montella, poi del suo esonero e infine di chi lo avrebbe sostituito - Donadoni, Ventura e alla fine Sousa - le altre big sono partite veementemente sul mercato. Il Milan rinforzato da forze stranieri e fondi di investimento chiacchierati, si è scatenato. Anche l’Inter si è mossa con decisione. La Roma sta piazzando colpi, il Napoli è in moto. La Juventus ancora di più ed era già la più strutturata di tutti. I viola sono fermi al palo a scaldare i motori. I tifosi guardano a tutto ciò con legittima preoccupazione. I dirigenti viola si mostrano calmi. Fanno sapere di avere idee forti e chiare. Tutto, quindi, sarebbe sotto controllo. Ci crediamo sulla fiducia perché negli ultime tre anni la Fiorentina ha fatto cose egregie, ma adesso il frangente è particolare, ancorché delicato. Forse servirebbe un gesto forte. Se nel giro di dieci giorni i viola piazzassero un paio di acquisti di spessore, siamo convinti che la piazza risponderebbe con il solito entusiasmo e si placherebbe. La percezione, infatti, è di grande incertezza e non serenità. Andrea Della Valle è in mezzo alle settimane della moda e probabilmente non verrà subito a Firenze. E’ possibile che ciò si verifichi tra 7-10 giorni. Il presidente potrebbe incontrare Sousa addirittura a Milano. Lo abbiamo già scritto e lo ripetiamo sotto voce: Andrea Della Valle sa farsi capire dalla sua gente. E’ ascoltato perché usa un linguaggio semplice e diretto. Ecco, per questo e altro, sarebbe opportuno un suo intervento. Per chiarire cosa sia accaduto a fine stagione e per spiegare cosa succederà ora. Ci sono momenti in cui le parole sono sostanza. Questo è uno di quelli.  

Mario Tenerani