QUELLE OCCASIONI MANCATE. DAL PASSATO AD ALVAREZ E AL RISCHIO AMRABAT. SUPERMARKET FIORENTINA SEMPRE APERTO
La strada del calcio e del calciomercato è lastricata di occasioni mancate, errori, abbagli, topiche clamorose, si pensi a quando Maradona doveva andare alla Juve, prima di approdare al Napoli e leggenda vuole venisse scartato, a causa del fisico piuttosto tozzo, da Boniperti (che non era esattamente un bischero), a Torino il pibe de oro avrebbe avuto una storia di certo più mediocre, ma meno autodistruttiva.
O a quel Marco Van Basten che Claudio Nassi, grazie ad un lungimirante precontratto, aveva praticamente preso per la Fiorentina dei Pontello nel 1986.
E ancora, in molti ricorderanno di come Giancarlo Antognoni segnalasse ignorato al club gigliato i giovani talenti di Lilian Thuram e Pavel Nedved.
E come non inserire nel triste novero delle occasioni buttate al vento l’assurdo e beffardo acquisto di Fabrizio Ficini nel mercato invernale della stagione 1998/99 con la squadra di Trapattoni campione d’inverno che perse poi Batistuta per infortunio ed Edmundo scappato in Brasile per la nostalgia di festeggiare il carnevale, regalando così al modesto Milan di Zaccheroni lo scudetto.
Molto più di recente, è stato il caso di Milinkovic Savic che nel luglio del 2015 si trovava già nella sede viola di viale Fanti, pronto a firmare il contratto che gli metteva davanti Daniele Pradè, ma il serbo ci ripensò improvvisamente non volendo mancare all’accordo già stretto sulla parola con Tare per la Lazio dove gioca tuttora, che poi è quasi un bene, almeno per il calcio italiano, che Savic sia finito a Roma, dove negli ultimi sette anni ha realizzato 245 presenze e 51 gol.
Infatti, visto lo stile delle ultime due proprietà viola, a Firenze ci sarebbe durato quanto il famoso povero gatto e siederebbe ormai da tempo sulla comoda, lunga e pagatissima panchina di uno dei ricchi club europei proprietà di fondi od emiri.
Tuttavia, detto che la lista dello sciupìo e del rimpianto è piuttosto lunga e variegata, se è vero che la ricca Fiorentina di Commisso ha molto di recente rinunziato ad affondare il colpo su quel Julian Alvarez che sta rubando gli occhi di tutti al mondiale in Qatar, chi nel club viola, sia esso il padrone o un dirigente, ha scelto di soprassedere potendo chiudere col giocatore e sapendo che Vlahovic sarebbe stato ceduto come è poi successo, costui dovrebbe avere la buona creanza di starsi zitto per un bel pezzo.
E in silenzio riflettere sul come ed il perché la Fiorentina ormai se non un discount sia diventata per lo meno un supermarket sempre aperto dove per tutto, ma proprio tutto, si fa un prezzo, un luogo dove se i soldi non sono un problema visti i casi di Chiesa e Vlahovic sono almeno una priorità, con gli applausi acquiescienti di contorno di alcune specie della vasta fauna di tifosi e commenttori da cui è abitato il reame viola.
Ma errare è umano e perseverare diabolico, detto attribuito ad Agostino vescovo di Ippona che era maghrebino come quell’Amrabat , miglior giocatore del mondiale e grandissima rivelazione che pare entrato nel mirino di tutte le più ricche squadre europee, e che rischia di diventare un’altra occasione persa per la Viola, ma più grave poiché non si tratta di un giocatore da andare a prendere altrove, ma è un patrimonio già nella Fiorentina, infatti in questo momento è lui, proprio lui, protagonista dell’eroico Marocco, a propagare e far risuonare ovunque nel globo il nome della Fiorentina, portandole benefici al blasone e al brand della squadra (tanto per rimanere nell’ottica mercantile che pare tanto cara al grande capitalista proprietario della Fiorentina).
Amrabat, qualcuno lo vorrebbe come altri campioni di recente, sacrificato sull’altare della plusvalenza già a gennaio, altri, più ragionevolmente, parlano semmai della prossima estate.
Il giorno in cui accadrà sarà la certificazione plastica che la Fiorentina è ormai un club che relega ogni ambizione sportiva a posizioni subalterne che vende, anche a gennaio il suo giocatore più forte, come accadde con Vlahovic l’anno scorso e forse con Amrabat ( confidiamo di no), che si tira indietro quando può investire su talenti di grande prospettiva come Alvarez, che spende malissimo i soldi a disposizione, omettiamo l’elenco dei fiaschi per carità di patria.
E se qualcuno critica si incazzano pure.