PANEGIRICO PER BORJA VALERO IGLESIAS DETTO "SERPENTINA", MA OCCHIO! VA BLINDATO... UMANAMENTE

13.03.2013 00:00 di  Stefano Prizio   vedi letture
PANEGIRICO PER BORJA VALERO IGLESIAS DETTO "SERPENTINA", MA OCCHIO! VA BLINDATO... UMANAMENTE
FirenzeViola.it

Dovessimo scegliere qualcuno che rappresenti la bella primavera che vive la Fiorentina non avremmo dubbi: il testimonial del nuovo corso sarebbe lui Borja Valero Iglesias, detto da alcuni speranzosi bimbi fiorentini "Serpentina" per via di quel suo gol maradonesco al Milan. Borja Valero, 28 anni, nato a Madrid sotto il segno del Capricorno, pochi capelli sopra un cervello sopraffino, classe da vendere, tantissima voglia di giocare e una faccia da persona semplice. Una faccia che conquista come il suo piede. La Fiorentina lo ha acquistato la scorsa estate per 7 milioni di euro, un affare strepitoso, ma non solo sotto il profilo della rivalutazione dell'investimento. Infatti se Pizarro è il cervello tattico della squadra, se Jovetic ne è il campione, Borja Valero incarna l'anima della compagine di Montella che infatti mai ha rinunciato alla sua presenza in campo. Borja Valero rappresenta lo spirito fanciullesco della squadra, la spensieratezza di chi gode inseguendo una palla che rotola. Con talento e rispetto per l'avversario, con la gioia di regalare bellezza a chi incantato sugli spalti resta lì a vedere. Borja spinge, insegue, pressa, triangola, rincula, gigioneggia. A mancargli un po' è solo la rete, spesso cercata, ma non sempre con fortuna, il soprannome gli porterà fortuna nel prossimo futuro.

Borja Valero Iglesias alias Serpentina è un campione pulito che di questi tempi è come la fusione a freddo, una pia speranza. Borja Valero ha fatto breccia nel cuore della gente perché dà la sensazione forte e corroborante di essere una persona normale. Una persona perbene. Capace di discernere le priorità dell'esistenza. Un uomo dotato di tanto talento professionale, con una bella famiglia alle spalle, un figlio di nome Alvaro che è un turbine di simpatia e una grandissima passione per il gioco del calcio. L'affetto della gente arriva per la consapevolezza che egli non sia, come una tristemente grande parte dei suoi colleghi, ossessionato solo da ciò che nella vita sta in superficie. Non i muscoli enfiati come fossero analgesico per lo spirito, non i tatuaggi più violenti e improbabili dei quali s'ignora completamente il significato. Non gli eccessi, i bagordi, le parole grosse. La maleducazione. Le firme accavallate sui vestiti, le megalomani cuffie isolanti, le turbine modificate, le auto da gangster, i tappi che saltando liberando fiumi delle peggiori bevande. Vecchie peripatetiche travestite da giovanissime lolite, gatti al guinzaglio, piercing e spilloni che bucherellano il buonsenso, corpi tosati come il praticello dietro casa, creste di poveri galletti, vocabolari usati solo per pareggiare le gambe dei tavoli.

Eh si che anche il nostro Valero saprà ben divertirsi e godersi i suoi soldi!

Ma non si confonda, Borja non è amato per ciò che non è. Ma per quel che è: un giocatore di pallone alla vecchia maniera, piedi buoni sotto una testa che non serve solo a dividere le orecchie. Occhio perché tra qualche mese faranno a gara per portarselo via, per questo la Fiorentina dovrà blindarlo. Ma non alla solita maniera: non basteranno i quattrini, non da soli almeno, Borja Valero Iglesias si dovrà "blindarlo umanamente". Intendiamoci, non stiamo dipingendo il quadro di un asceta, il nostro gioiellino è un professionista e come tale ascolterà e vaglierà eventuali offerte più importanti sotto i profili economico e professionale. Tuttavia lo giudichiamo come persona capace di mettere sulla bilancia anche altri aspetti, come la qualità della vita, la serietà e le ambizioni di un'azienda della quella si può scegliere di sposare gli obiettivi. Senza retorica, ma per intelligenti interessi convergenti. Mettersi in competizione con chi ha molti mezzi economici in più non gioverebbe comunque alla causa, eppure Firenze e la Fiorentina, specie per individui della qualità di Borja Valero, possono assumere un fascino particolare e decisivo. Senza contare che il personaggio, e qui non crediamo di sbagliare, potrebbe ambire ad entrare nel selezionato Pantheon dei più amati della storia viola (certo dovrà rimanere qualche anno), un club di campioni nel quale mica si sta male.

Stefano Prizio

giornalista di Radio Toscana e Squer.it