ITALIANO, IL "GENERALE" BRAVO E FORTUNATO. VIOLA BLOCCO UNICO: MAI VISTO UNO SPIRITO COSÌ. LA PALLA ORA PASSA ALLA SOCIETÀ: SERVONO COLPI DA CHAMPIONS

11.01.2024 10:35 di  Andrea Giannattasio  Twitter:    vedi letture
ITALIANO, IL "GENERALE" BRAVO E FORTUNATO. VIOLA BLOCCO UNICO: MAI VISTO UNO SPIRITO COSÌ. LA PALLA ORA PASSA ALLA SOCIETÀ: SERVONO COLPI DA CHAMPIONS

Napoleone - racconta la leggenda - diceva che preferiva avere ai suoi ordini un generale fortunato piuttosto che uno solamente bravo. Il vantaggio della Fiorentina (e dunque di Rocco Commisso, il nostro N.) è che Vincenzo Italiano sia diventato con il tempo entrambe le cose: un bravissimo stratega (ma questo lo è sempre stato, checché ne dica qualche superficialotto o qualche improvvido “tifoso” che, sabato scorso, ha pensato bene di iniziare a inveirgli contro anche a Reggio Emilia dopo i primi minuti di gara) e in più, almeno nell’attuale stagione, baciato dalla buona sorte. La vittoria ai calci di rigore di martedì contro il Bologna ne è la riprova: in una gara che l’allenatore ha dovuto preparare in due giorni e mezzo, privo (ancora) di metà schieramento offensivo e con la pressione di una piazza andata in tilt dopo la sconfitta del Mapei, si è vista tutta la sua abilità. Abiura - almeno per quei 120’ - della difesa a quattro e un piano di gara riuscito alla perfezione, che solo la poca propensione dei suoi attaccanti nel far gol hanno in parte complicato: rossoblù sfiancati e poi battuti dal dischetto per la terza semifinale consecutiva della sua gestione in viola. Mai, nella quasi centenaria storia della Fiorentina, il club era riuscito in questa impresa.

La sensazione è che quello che Italiano ha saputo plasmare in questi tre anni sia un gruppo unico nel suo genere. E questo al netto dei ricambi a livello di rosa che, inevitabilmente, ci sono stati da quel luglio 2021 quando l’allenatore fu presentato sotto la canicola di Piazzale Michelangelo: la Fiorentina di oggi è una squadra compatta, che si muove a blocco unito. In cui nessuno resta all’ultimo posto ma dove tutti si sentono parte di uno stesso ingranaggio. Le risposte arrivate in questo ultimo mese, ovvero a partire dal giorno in cui si è fatto male Nico Gonzalez, sono state sorprendenti: solo vittorie e un unico passo falso - quello di Reggio - figlio anche di tanta sfortuna dal dischetto. Anche in questo ha enormi meriti l’allenatore, al quale a questo punto - con un quarto posto al termine del girone d’andata, gli ottavi di Conference League in tasca e le semifinali di Coppa Italia, diventa difficile chiedere ancora di più. Oltre che il sangue, il sentore è che Italiano dalle sue rape stia iniziando a cavare anche il plasma.

Ecco perché adesso, in un mese che può diventare a suo modo storico per la Fiorentina, la palla passa alla proprietà. Che è l’unica che, con la sua forza di volontà e il suo entusiasmo, può permettere alla squadra di compiere quel definitivo salto di qualità per crescere ancora e confermarsi anche nel girone di ritorno tra le grandi di questo campionato. Le cose da fare non sono molte, anche se si annunciano in partenza dispendiose: dotare il proprio “generale” di quei due-tre pezzi che certifichino la crescita della squadra sotto l’aspetto tecnico sarebbe il primo ma decisivo passo. Investimenti per il presente ma soprattutto per il futuro, visto che - come Rocco Commisso sa bene - la qualificazione alla Champions garantirebbe alla società quegli introiti che potrebbero consentire ai viola di aprire un ciclo da big. Il generale Italiano e il suo fedelissimo esercito, adesso, lo meritano.