GOMEZ, QUESTIONE DI TESTA... IL TEDESCO VERSO LA PANCHINA. MATI PRONTO ALLE SPALLE DI BABA-CUADRADO. COL NAPOLI SFIDA DA DENTRO O FUORI

08.11.2014 00:01 di  Mario Tenerani   vedi letture
GOMEZ, QUESTIONE DI TESTA... IL TEDESCO VERSO LA PANCHINA. MATI PRONTO ALLE SPALLE DI BABA-CUADRADO. COL NAPOLI SFIDA DA DENTRO O FUORI
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© foto di Federico De Luca

Il problema di Mario è che adesso non è Super, ma solo  Gomez. Un attaccante in crisi da astinenza da gol. Quando i centravanti attraversano periodi così bui, eleggono l'incertezza a compagna di viaggio: improvvisamente la porta diventa piccola come quella di una cantina e il portiere un gigante troppo grande da superare. Queste sensazioni hanno attraversato la testa di Mario Gomez quando il modesto Glycos gli si è parato davanti. Non ci sono altre spiegazioni. E' solo una questione di testa. 
Fare gol è come andare in bicicletta, impossibile scordarne le modalità. Gomez non è a fine carriera e non è vittima nemmeno di un cedimento fisico strutturale. Ha solo un carattere più fragile di quanto immaginassimo. Non è Batitstuta che si caricava la squadra sulle spalle. Il tedesco per rendere al massimo ha bisogno che la squadri lo carichi sulla schiena. Al  Bayern, in un gruppo di fenomeni, era uno dei tanti e segnava con puntualità. Perché di gol in Germania ne ha fatti abbondamente più di 200, non è uno scherzo. Ma le sue responsabilità erano divise con formidabili giocatori.
A Firenze è arrivato ed erano in 25mila ad attenderlo, consegnando a lui speranze di vittorie in Italia e in Europa. Anche l'ingaggio, sfondato il muro dei 4 milioni netti all'anno, era da top player. Tutto fuori dalla norma, dunque, per queste latitudini. Poi gli infortuni maledetti. Per Gomez evidentemente questo fardello è diventato un macigno. E adesso, la voglia pazza di ripagare queste attese, ha trasformato Gomez in un attaccante pieno di dubbi. Mario, professionista esemplare, si sente prigioniero di un riscatto. Ha voglia di restituire tanto affetto e non ci riesce. E' agitato, non è sereno, la soluzione è nel prossimo gol. Prima arriverà e prima si aggiusteranno le cose. E subito dopo ne dovranno giungerne altri per rimetterlo definitivamente in sesto. 
Intanto col Napoli partirà dalla panchina: anche perché è reduce da un lungo periodo ai box e va gestito. In avanti toccherà a Babacar e Cuadrado. Alle loro spalle dovrebbe tornare Mati Fernandez. La cerniera sarà quella dei titolari: Aquilani, Pizarro e Borja. Dietro ancora Tomovic (Richards ha un problemino fisico) con Gonzalo e Savic. A sinistra andrà Alonso, incrocerà Callejon. Certo un Pasqual così è diffcile da tenere fuori, ma Montella avrebbe scelto in questa direzione. In porta Neto, come uso e costume in campionato. 
La Fiorenina affronta il Napoli nel suo momento migliore: dopo la crisi iniziale Benitez ha ripreso in mano il suo giocattolo. Persino Insigne, contestatissimo, è tornato a far cantare il pallone. Higuain è uno dei più forti al mondo, mentre Callejon festeggia la prima chiamata nella nazionale spagnola. 
Il Napoli ha 5 punti più della Fiorentina, se vince a Firenze allunga decisamente sui viola. Montella non può e non vuole perdere più scontri diretti. Siamo a un terzo del campionato e squilla già la campana del dentro o fuori da un certo tipo di classifica. Serve la miglior Fiorentina, la Fiorentina di Montella...



Mario Tenerani