FIORENTINA STREPITOSA, STA VOLANDO. IN ITALIA GIOCARE BENE È UN’IMPRESA. CAMPIONATO: IN 7 PARTITE SU 12 NON HA PRESO GOL. IN TESTA CONTINUA IL DUELLO TRA CHI SPECULA E CHI RISCHIA. KALINIC-ILICIC CECCHINI, BORJA MAESTRO DELLA METÀ CAMPO
Abbiamo aspettato 12 giornate di campionato, ma la campanella ha suonato: l’Italia si è accorta della Fiorentina.
Non è una provocazione, bensì una constatazione. Sousa e i suoi giocatori stanno dimostrando la loro grandezza al Paese del pallone. Sì perché Sousa è una sorta di rivoluzionario, un eretico per queste latitudini: si è messo in testa di vincere le partite giocando un calcio pratico ma bellissimo, redditizio ma estetico. Un’impresa, se pensiamo che Mancini è arrivato al settimo 1-0 su 12 gare: è in testa come la Fiorentina, con una squadra molto fisica, dotata di un gioco elementare e catenacciaro, impostato su una difesa che con Miranda e Murillo, davvero bravi, ha beccato solo 7 gol. Oddio, Sousa non è Zeman: di reti, sia chiaro, ne ha prese solo 2 più dei nerazzurri. Quindi, merita gli applausi: il portoghese è riuscito, fino ad oggi, a coniugare le esigenze della fase difensiva con quelle dello spettacolo, cioè i gol. Ma attenzione: la Fiorentina non si guarda allo specchio. Non rischia mai una giocata: la palla viaggia sul campo attraverso triangolazioni costanti, con pochissimi dribbling, secondo dinamiche che con le dovute e rispettose proporzioni, ricordano il primo Barcellona di Guardiola.
L’aspetto difensivo è prioritario nella Fiorentina: il primo difensore è Kalinic, al quale tutti non dovranno mai smettere di dire grazie non solo per l’ottavo gol stagionale, ma soprattutto per il sacrificio assoluto a favore della squadra. Se la difesa su 12 partite in 7 occasioni non ha preso gol il merito è anche di questo centravanti croato e degli altri compagni dell’attacco.
Non dimentichiamo di ricordare che l’Inter ha speso 90 milioni sul mercato e che ha un monte ingaggi intorno ai 100 milioni. Già che ci siamo, vale la pena registrare che la Fiorentina, nel gruppo delle prime quattro, è la cenerentola per tetto stipendi, introiti televisivi e investimenti sul mercato. Questi sono fatti, non opinioni.
Ecco perché il primato dopo 12 turni va celebrato in modo diverso alle altre squadre.
La testa del campionato continua a raccontare che esistono più modi per valere un primato: Inter e Fiorentina sono all’opposto, ma non c’è niente di male. Ognuna pratica il calcio che vuole e soprattutto che conosce… C’è chi insegue lo scudetto prendendosi pochissimi rischi e c’è chi ci sta provando, settimana dopo settimana, assumendosi delle responsabilità.
A Genova la Fiorentina ha giocato con la stessa personalità mostrata a San Siro contro l’Inter e anche a Napoli, dove però ha perso, con una buona dose di sfortuna.
La Fiorentina sta volando e sognando di lottare per il tricolore che manca da Firenze dal ’69. A fine agosto chiunque avesse solo immaginato questo scenario, lo avrebbero preso per matto. E’ il trionfo del gruppo.
Il leader è Paulo Sousa che ha elevato la squadra al ruolo di fuoriclasse. Tutti sono importanti. Certo, poi ci sono i piedi buoni e quelli di Ilicic e Kalinic lo sono sicuramente. Lo sloveno da marzo ha già realizzato 13 gol, il 40 per cento dei quali su piazzati, rigori e punizioni. Una sicurezza, gente così vale oro in una formazione.
Infine Borja Valero: anche a Genova ha dimostrato di essere un “todocampista”. Lo vedevi dappertutto. Un motorino dotato di qualità straordinaria. Un altro merito di Sousa. Il demiurgo di una Fiorentina bella da urlo.