FERMIAMOCI TUTTI UN MOMENTO

20.07.2011 09:45 di  Franco Ligas   vedi letture
FERMIAMOCI TUTTI UN MOMENTO

Credo che il buon Lorenzo Marucci mi abbia tirato una “sola”, o in maniera più elegante, una fregatura. L’invito a scrivere sulla Fiorentina non era una trappola, così vanno le cose, e non essendo uno struzzo, e non mi piace passare da struzzo, non posso non intervenire sulle tante cose che sono successe in questi ultimi quattro o cinque giorni a Firenze e a Cortina. Come un pivello ci sono caduto dentro e mi sono fatto qualche altro nemico.

In questa ultima settimana siamo passati dalle intemerate di Teotino, alla replica pepata di Antognoni, con un rinforzino della signora Rita. Da lontano ha creato scalpore, ma nemmeno tanto sorprendentemente, la bordata al fegato che ha bruciato i buoni (?) rapporti fra Giovanni Galli e Pantaleo Corvino. Vincenzo Guerini non si è goduto appieno il ritorno a Firenze. E’ strattonato ben bene. Neanche la scelta o l’imposizione della società sul nome del nuovo capitano non è passata inosservata; come abbiamo visto qualche giocatore in soprappeso. Pochissimi a dire il vero. Non faranno fatica a rientrare nei limiti della categoria, molto più difficile sarà dare una calmata ai pezzi da novanta coinvolti in una sorta di tiro al piccione collettivo. Proibito dalla legge ma irrefrenabile se i malumori covavano da tempo. Sul diritto di lavorare, dove chiamato, di Vincenzo Guerini non ci piove come è sacrosanta e vera  la voglia dei tifosi di vedere in viola Antognoni. Non credo, però, che questo sia e non debba essere l’ultimo problema per il numero 10.

Ho letto, apprezzato e approvato quanto scritto su questo sito da Mario Tenerani,  per ritornare sull’argomento. A Vincenzo buon lavoro e anche a Giancarlo, impegnato com’è a scoprire ed aiutare giovani speranze azzurre. Giovanni Galli e Pantaleo Corvino sono vaccinati  e maggiorenni e hanno chiaro il senso del vespaio che hanno provocato. Sono spiriti liberi e forti ma si parlino fra di loro. Noi siamo piccoli e non capiamo il senso della diaspora. Sappiamo, lo diciamo a voce forte, che sono due uomini di sport capaci che si fanno ascoltare, creano attenzione. Stavolta non sono piaciuti. Giovanni è grande uomo di calcio, anche se non sempre siamo d’accordo, ma guai a tentare di mettergli la museruola. Sarebbe un danno per tutti. Pantaleo ha il diritto di difendere il suo operato ma non si adombri se non siamo sempre con lui. La verità è unica ma non unilaterale. Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo dargli una mano senza passare per blasfemi. L’unico modo di aiutarlo è fare il nostro lavoro in autonomia e senza condizionamenti. Pensierino finale: in un Paese normale non preoccuperebbe se a Berhami  non è piaciuto il passaggio di consegne, parliamo della fascia di capitano, da Montolivo a Gamberini. Non essendo il nostro un Paese normale o  i giocatori tacciano o i dirigenti spieghino quei provvedimenti che interessano tutto l’ universo viola. Se vi interessa , e riscrivo in prima persona, in questo caso è mancata la “ Comunicazione “ della Società.

Franco Ligas

giornalista di Mediaset