ADRIANO, Bevevo e facevo tardi, ora sono cambiato

21.07.2007 13:07 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: Goal.com - Gazzetta dello Sport

Il subdolo regno delle ombre non è riuscito a inghiottire Adriano Leite Ribeiro, quello che fu Imperatore indiscusso del popolo nerazzurro e che oggi, dopo quasi due anni di «esilio » e di dure battaglie contro fantasmi e vizi, sembra aver ritrovato le armi morali per riprendersi un trono che sente ancora suo.

Più uomo, sereno, sicuro di sé, ma sensibile come sempre: così ci accoglie Adriano all'interno di uno degli spogliatoi del campo di Riscone di Brunico. Non ha più paura di raccontare cosa lo ha trascinato, a lungo, lontano dagli affetti, da una vita regolare e dalle responsabilità. «Mi manca mio padre, tantissimo, ancora oggi — torna indietro col pensiero —. Mi lasciò nell'estate del 2004, ma praticamente mi accorsi della sua assenza solo qualche tempo dopo. Non lo avevo visto morire in realtà, quando tornai in Italia a giocare per me in un certo senso era come se fosse ancora qui con noi. Cominciai a soffrire qualche tempo dopo, quando andai in Brasile per le ferie. Lui non c'era e io avrei avuto tanta voglia di stargli vicino.

Litigai con la mia compagna (Daniela, che era in attesa di Adrianinho, ndr) e cominciai a frequentare locali notturni e discoteche, soprattutto provai a scaricare ogni mio problema nell'alcol. Bevevo tanto e non potevo più fare a meno di uscire la sera. Dovevo farlo, altrimenti non dormivo nemmeno. Stare a casa mi era diventato impossibile. Oggi ho ritrovato la famiglia, la mia compagna e le mie responsabilità — continua —. È questo che mi dà la certezza di poter restituire a Moratti tutto ciò che gli ho tolto in questo ultimo periodo. A lui dico grazie per la pazienza che ha avuto. È bello, soprattutto nel momento più difficile, sentire che il tuo presidente conta ancora su di te. È stato a volte duro nei miei confronti, ma non mi ha mai fatto sentire solo. E ora lo ripagherò. Non con le parole».