MUTU, Un addio in piena regola
La Roma e Mutu sono vicinissimi. Lunedì scorso il diesse giallorosso Pradè ha rotto gli indugi e presentato un’offerta di 19 milioni al collega Corvino della Fiorentina che non dirà di no. Il giocatore da tempo è già d’accordo con il club giallorosso sulla base di 2,5 milioni netti l’anno più bonus e premi di squadra. Giornata convulsa ieri a San Piero a Sieve, sede del ritiro viola. A pranzo con la squadra, Prandelli era nervosissimo e continuava a ripetere a chiunque «guardate chi manca». Mancava Mutu, ufficialmente per un’influenza. Il romeno aveva avvertito Corvino che non avrebbe sostenuto l’allenamento pomeridiano. Pradè a Roma era introvabile: strano, dato che la squadra iniziava il ritiro a Trigoria. Morale, i due diesse erano a colloquio e quello che Mutu aveva dichiarato una settimana fa («non andrò mai via da Firenze») cominciava seriamente a vacillare. Poi proprio Corvino e Mutu irrompevano in ritiro. Assediato dai cronisti, Corvino improvvisava una conferenza stampa.
«Sono sempre stato onesto, lo voglio essere anche ora: ho sempre detto che con la Roma non ho avuto contatti, questa volta invece è andata diversamente. Ieri ci siamo incontrati. Conoscete tutti la nostra politica, ovvero quella di tenere i giocatori più importanti a patto che questi siano motivati. Soprattutto quando si tratta di giocatori non giovanissimi... Se un giocatore che non è più giovane mi verrà a dire che non è contento, non lo tengo con la forza. Mutu è scontento e ha rifiutato la nostra proposta di rinnovo». Un addio in piena regola, a quello che doveva essere il capitano di Champions che poi è sceso in campo per l’ultimo (forse) allenamento e si è beccato i fischi dei tifosi. Già nelle prossime ore Andrea della Valle è atteso in ritiro per affrontare al meglio la situazione. Non è escluso che il presidente possa fare un estremo tentativo per trattenere il giocatore, più probabile che definisca con Corvino e Pradè i dettagli della cessione. Storia complicata quella di Mutu, che una volta Spalletti in conferenza stampa definì «giocatore di ampio respiro».
Gli inizi a Pitesti, poi a Bucarest e dopo valanghe di gol venne acquistato dall’Inter. Passa al Verona, al Parma e poi al Chelsea, dove conosce i problemi di cocaina: contratto rescisso, 7 mesi di squalifica e 12 milioni di multa da pagare ad Abramovich. Poi il ritorno in Italia alla Juve, le incomprensioni con Capello, la retrocessione e la vendita alla Fiorentina. Ora l’aspetta Totti, in due hanno realizzato 73 gol in due anni. Bastano e avanzano per sognare la Champions League.