SPALLETTI, Emozione indescrivibile, voglio far sognare
A Coverciano si volta pagina e viene presentato oggi il nuovo ct Luciano Spalletti, accompagnato in conferenza stampa dal suo staff e da Gianluigi Buffon: "Grazie a voi di essere qua e dell'incarico che mi è stato dato. Sono stati giorni molto intensi perché dovevano dare tutti quegli elementi per farmi far bene questo lavoro. Ho passato molto tempo in questo posto, all'Università del calcio, ma essere qui alla mia presentazione come ct della Nazionale è un'emozione indescrivibile, un sogno che si avvera. Nel 78 andai da mia mamma a farmi cucire la bandiera italiana ed ora la porterò in campo quando andrò in panchina. E spero di far vivere quel sogno in tutti quei bambini che sono a guardare la Nazionale"
Quanto ci è voluto a dire sì? La risposta l'ha anticipata il presidente dicendo che ha visto in me la determinazone per questo incarico. Per quanto riguarda il Napoli è stata un'esperienza bellissima e travolgente più di quello che uno si possa aspettare e ne ho un ricordo bellissimo. La clausola non mi fa retrocedere dall'aver preso la decisione corretta ma ci sono delle cose da mettere a posto con gli avvocati, speriamo nella miglior soluzione per tutte e due le parti
Cosa cerca e criterio delle scelte? Cerco la felicità, perché è quella di cui abbiamo bisogno. Ma di solito non riesco ad essere felice da solo, non lo sono se vedo gente felice vicino a me. Napoli è stata la mia felicità perché ho visto gente partecipe e felice intorno a me. Chiarirò anche ai calciatori questa cosa, devono essere felici di indossare questa maglia. Bisogna urlare la nostra felicità a vestire questa maglia dalla storia importantissima. Voglio appartenenza per questa maglia. Mi ricordo De Rossi che diceva di avere due maglie, quella del club si mette sopra a quella della Nazionale ma resta sempre addosso, è sempre sotto a quella del club, non ce la toglieremo. Dove c'è accesso a tutto non è così, la maglia della Nazionale sarà una sfida importante che non tutti possono vestire. Bisogna restituire il valore dei comportamenti per vestirla. Poi abbiamo dei campioni che ci hanno fatto vedere cosa significa vestire la maglia della Nazionale, da Baresi, Maldini a Buffon. Ho sentito Marcello Lippi che ha dato consigli importanti, anche Gianluca Vialli porteremo con noi, saranno spiriti guida questi campioni. Anche la presenza di Buffon è intuitiva di cosa significa far parte di questo gruppo. Il criterio delle mie scelte è stato lo spessore internazionale e l'esperienza. Non sarà un numero esagerato perché a me dispiace poi non mandare in campo. In questo momento è importante il minutaggio perché all'inizio della stagione, ecco perché non ho portato dentro Verratti e Jorginho. Dentro non vengono portati inomi ma un comportamento ben preciso"
Rapporti con i club e pochi italiani? So le difficilotà che hanno i club con le convocazioni, ma il club deve sapere che il bene della nazioanle è il bene di tutto il calcio italiano e viene restituito. Cercherò di avere un rapporto continuo, qualcuono già l'ho chiamato ma ho avuto poco tempo, così come ho cercato di fare con i calciatori. C'è una percentuale bassa di convocabili, 150 su oltre 500, poi bisogna vedere i ruoli in cui giovani. Bisogna andare a prendere anche in altre parti del mondo. La vera vittoria è quando vai dall'altra parte del mondo e i bambini ti riconoscono non per le vittorie ma per il comportamento e l'appartenenza".
Che nazionale ha in testa? Io non prendo dei risultati ma i campioni e personaggi citati. Io da Mancini eredito una buona Nazionale, ha lanciato molti giovani e lui l'ha fatto in maniera imponente. Poi bisogna cancellare l'amarezza di due risultati che ci sono successi. Bisogna prendere le distanze dal credere di appartenenre ad un calcio minore che non appartiene alla nostra storia. Poi biogna fare un calcio che piaccia a tutti. Ci vuole insomma una via di mezzo. Vogliamo fare un calcio che assomigli ad una nazione forte come l'Italia".
Chi saranno i suoi leader e se vuole il regista? Leader non ne basta uno solo, bisogna avere quella postura di chi uno esce di casa non prima di mettersi bene davanti allo specchio. Ci sono giocatori importantissimi ed avere un solo leader non basta, poi ci saranno giocatori che hanno più esperienza e meno timidezza, che alcuni portano in campo. Ai miei tempi si diceva che ci sono giocatori del giovedì, è di livello ma quando lo porti al livello lo devi rimettere nella sua confort zone dove è a suo agio, ma per essere persone forti ci vuole responsabilità. Come questo incarico che per me è una responsabilità. La Nazionale è importante e la responsabilità dobbiamo averla tutti. I calciatori devono fare allo stesso modo, non dobbiamo andare lì per essere solo belli, ma veri e giusti e dare battaglia a tutti. Sul regista ne ho più di uno ma va messo in un contesto. Io giocherò con la difesa a quattro, che ha condizionato anche le mie scelte. Noi dobbiamo essere una squadra che tenta di andare a prendere la palla. Contano solo pressione e costruzione, il resto non conta. Solo così portiamo l'avversario dove vogliamo noi. Se è un regista tecnico si può fare meglio in fase di possesso, se è più scorbutico può far sentire più sicuri i due centrali. Ho insomma fatto dei ragionamenti in tal senso. Senza fare nomi ma i regista ne abbiamo, quello della Juventus come Locatelli ma ci sono altri, senza far nomi, come Cristante che ha fisicità e ti può dare una mano a riconquistare palla".
In Nazionale chi sarà il centravanti? Mancini nel primo biennio ha alternato Belotti e Immobile: "Di centravanti ce ne sono in Italia, ci sono giocatori in grado di vestire questa maglia. Non ho chiamato Kean e Scamacca per il minutaggio, ne ho chiamati altri tre e andrò a conoscerli. Poi è chiaro che quello fisico ha caratteristiche ben precise, ma magari Raspadori è più bravo a partecipare al gioco di squadra. Andremo a cercare cose e risposte che siano complete e ci possano dare entrambe le cose, altrimenti cercheremo di calcare la mano su chi è ben calibrato su certe caratteristiche. Ma ci sono potenzialità uguali da poter sfruttare e poi secondo me ci sono anche giocatori di altre posizioni che possono giocare lì, c'è un lavoro da fare che è una cosa normale per chi ricopre il mio ruolo e poi ho portato come me i miei collaboratori. Mi fido molto di me stesso, ma anche di loro".
Si è lasciato una via di fuga anche per la difesa a tre?: "Ulivieri e Viscidi ci hanno insegnato che poi lo schema di gioco è una roba liquida, poi si vanno a fare e a interpretare posizioni dove si riscontrano altri schermi di gioco. Ci saranno momento in cui la squadra deve difendere come si vede nelle più grandi squadre e in questi momenti qui si va ad avere uno schema diverso. Certo, sarò attento anche alle qualità dei calciatori, non bisogna essere rigidi, bisogna collegare le cose. Noi partiremo con la difesa a quattro, poi ci può stare cambiare. Cristante, dovesse giocare, potrebbe schiacciarsi nella linea difensiva, però noi si va a cercare di mettere in pratica una idea di calcio ben precisa. Difesa a quattro".
Si può pensare a un centrocampo folto? E poi cosa c'è a Empoli che vi ha permesso di crescere in questo modo? "Il centrocampo è un territorio importante dove si possono costruire tante cose. Noi abbiamo un centrocampo tra i più forti in circolazione e questo è fondamentale per costruire qualsiasi tipo di gioco. Noi partiremo col 4-3-3, poi se avremo bisogno di uno più offensivo si può andare a mettere un sottopunta e passare al 4-2-3-1. Inizialmente si va a percorrere questa strada qui. Su Empoli dico che innanzitutto il presidente Corsi è bravo a fare calcio, quello è un ambiente che mette a suo agio i calciatori per fare una vita tranquilla per il ragazzo che si presenta per le prime volte nello spogliatoio. Ci sono determinate caratteristiche e poi ad altre parti ci sono altre cose, a Napoli tutti diventano più forti perché sentono l'amore. E così alla Roma, all'Inter e così via... Quella pressione ti permette di diventare del livello superiore perché sono abituati a vedere quel livello di calcio. A Empoli i giocatori li introducono e poi credono nei giovani e lanciano i giovani".
La promessa di Spalletti: "Forse non sarò il miglior allenatore possibile per la Nazionale, ma sarò il miglior Spalletti possibile".