BIRAGHI, Tutti hanno capito Firenze. È stato facile reagire
Il capitano e difensore della Fiorentina, Cristiano Biraghi, ha preso la parola nella sala stampa dello stadio Olimpico alla vigilia della finale di Coppa Italia contro l'Inter: "Io ho sempre pensato anche inizio anno, quando faticavamo, e dopo Istanbul che dovevamo rimanere uniti, perché solo con le idee tattiche del mister che tirano fuori il meglio dai singoli giocatori avremmo potuto uscirne. Ero convinto che ci saremmo riusciti e che avremmo fatto una stagione importante, c'è sempre stata la determinazione di proporre un calcio offensivo".
Ha toccato delle corde particolari nello spogliatoio?
"È normale che da capitano all'interno dello spogliatoio, quando le cose non vanno bene, si cerca di risolvere il problema. Nel mio caso è stato facile, devo dire la verità, perché tutti i compagni hanno continuato a credere in ciò che stavamo facendo senza perdere la retta via. Siamo un gruppo compatto in cui tutti remano dalla stessa parte".
La vostra arma è la compattezza del gruppo?
"Il gruppo penso sia importante, quando arrivi a raggiungere due finali in un anno vuol dire che sono state fatte cose importanti. Una di queste è la compattezza del gruppo, il tirare tutti nella stessa direzione, non perdere giocatori per strada durante l'anno".
Come si immagina, se si immagina, Firenze in festa?
"Non so se voglio immaginarla, perché preferirei vederla. Ieri però abbiamo fatto l'allenamento a porte aperte, poi in generale nelle trasferte che abbiamo fatto si è sempre respirato l'entusiasmo della città. Noi siamo pronti, la squadra ha percepito che cosa c'è a Firenze e l'importanza di questa finale, purtroppo la nostra gente non è abituata a vincere tutti gli anni e sicuramente sarebbe una cosa straordinaria".
Qual è stata la vera svolta della stagione?
"Una svolta in particolare non c'è, penso che con la nostra continuità e i calciatori nuovi che si sono ambientati le cose siano cambiate di conseguenza. E con ambientamento intendo anche capire la città: il tifoso fiorentino è particolare, va capito, per la Fiorentina mette da parte tutto. Una volta che è stato capito questo, aggiunto ai risultati, ha creato qualcosa sia a livello di campo che di spirito molto importante. Vogliamo portare lo spirito fiorentino dentro al campo".
Che Fiorentina dovrà essere quella di domani?
"Domani andrà in campo la Fiorentina che quando finirà la partita non avrà rimpianti, niente da recriminarsi".
Che emozione prova, oggi, ripensando a Davide Astori?
"Portare la fascia a Firenze non è come portarla da altre parti. Non che sia un peso, anzi, è un orgoglio portare avanti un ideale da quando Davide aveva preso la fascia. Un percorso nel quale eravamo partiti praticamente insieme, era un nuovo ciclo. L'obiettivo suo e della società era di far tornare la Fiorentina ai livelli di un tempo. Poi purtroppo il nostro capitano è mancato. Coi capitani che ci sono stati prima di me ci siamo promessi di portare avanti il lavoro iniziato da Davide".
Per molti calciatori sarà la prima finale, ha fatto un discorso a qualcuno?
"È vero ma non vedo preoccupazione, bensì tanta voglia di arrivare alla partita. Domani sicuramente, appena inizieremo, tutte le emozioni si lasceranno un po' andare".
Il tifoso soccorso a Basilea dimostra che il vostro rapporto con la gente è diverso?
"Per quanto successo in Svizzera, penso sia stato doveroso appena abbiamo saputo di questo malore fermare un attimo la partita per capire cosa fosse successo. Le prime voci che ci erano arrivate raccontavano di una situazione al limite, poi non c'erano medici e quindi era importante attirare l'attenzione di qualcuno che andasse a vedere cos'era successo. Il legame coi tifosi è molto bello e rispettoso, soprattutto da chi come me è qui da più tempo. Dopo la tragedia di Davide si è creato un rapporto che va oltre il calcio e questo ci aiuta molto nei momenti di difficoltà".
Che emozione è stata incontrare Mattarella?
"Un onore, non è una cosa da tutti i giorni. Ci ha reso orgogliosi e ci ha fatto entrare subito in clima finale".
Ha un valore speciale giocare contro l'Inter?
"Mi aspetto un'Inter da finale di Champions League, con giocatori fortissimi e di livello internazionale, che sanno come gestire partite di questo genere. Oltre a una squadra molto fisica. A mio avviso è la rosa più forte d'Italia. Però ci siamo anche noi: si dice che l'Inter è favorita ma se siamo arrivati qua vorrà dire qualcosa. Cercheremo di dare il massimo".