Terremoto Fiorentina. Cos'è successo e cosa succederà dopo l'addio di Pradè
Si è appena conclusa una delle giornate più complicate da quando Rocco Commisso è presidente della Fiorentina. Un vero e proprio terremoto che potrebbe dare una nuova traiettoria all'annata del club viola. Eppure il numero uno di Mediacom pensava di averle viste tutte tra allenatori che hanno salutato dopo appena due settimane, dimissioni di allenatori arrivate all'improvviso e finali perse. Ma dal momento che come insegna Murphy al peggio non c'è mai fine, ecco che proprio nella stagione che doveva essere quella del rilancio delle ambizioni e degli investimenti, a novembre è già andato tutto all'aria. La Fiorentina è ultima in classifica e contro il Lecce cerca la prima vittoria in campionato dopo 10 giornate, ma è stato ancora di più l'addio di Daniele Pradè a scuotere il mondo viola. Lui che aveva fatto parte della società quasi dai primi istanti di quel 2019 in cui Commisso è diventato proprietario del club. Proviamo a ricostruire una giornata destinata a cambiare il futuro della Fiorentina.
Prima la contestazione della curva
Tutto è iniziato con un altro messaggio potente della Curva Fiesole. D'altronde la parte calda del tifo gigliato l'aveva promesso già prima della Roma con un volantino: non si sarebbe fermata ai cori e agli striscioni, Pradè era considerato il responsabile della situazione. Così nella notte la Curva ha affisso diversi striscioni che accusano tutti, dalla società ai giocatori, chiamando in causa anche il presidente Commisso.
Come è nato l'addio di Pradè
Probabilmente dopo l'ennesimo messaggio mandato dalla piazza ma soprattutto a fronte di settimane in cui ci aveva pensato spesso, in tarda mattinata Daniele Pradè ha deciso di fare un passo indietro. Prima la comunicazione al presidente Commisso, poi ai suoi giocatori convocati nel suo ormai ex ufficio al Viola Park. Ferrari e tutta la Fiorentina è rimasta piuttosto sorpresa dalla decisione ma dopo averne preso atto ha iniziato a riflettere su cosa fare.
E ora?
Perché come dice una canzone, è facile odiare il terremoto ma è molto più difficile ricostruire. Dagli uffici viola rimbalza la volontà di prendersi del tempo per decidere se, e soprattutto come, inserire una nuova figura nel comparto tecnico. I curriculum sono stati già recapitati al Viola Park dove ad oggi resta tutto in mano a Ferrari e Goretti, gli unici ad essere rimasti. Non dovrebbe essere il direttore tecnico ad ereditare le facoltà di Pradè ma ancora è tutto da definire. Intanto al Franchi arriva il Lecce in uno dei momenti più complicati degli ultimi 20 anni: a Pioli e alla sua squadra il compito di provare a vivere un pomeriggio senza sofferenza. In attesa che anche sul tecnico venga presa una decisione.
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