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Pizarro esalta Dzeko: "In viola andrà in doppia cifra: è un fuoriclasse per vincere subito. Ma ai miei tempi uno di 39 anni non giocava in Italia"

Pizarro esalta Dzeko: "In viola andrà in doppia cifra: è un fuoriclasse per vincere subito. Ma ai miei tempi uno di 39 anni non giocava in Italia"
Oggi alle 13:00Copertina
di Andrea Giannattasio

Non ha dubbi, David Pizarro. È convinto che Edin Dzeko, con la maglia della Fiorentina, farà ancora la differenza e ha un'idea ben precisa sul perché i viola abbiano scelto di puntare su di lui - suo ex compagno nel 2012 ai tempi del Manchester City - dopo tante scommesse in attacco andate a vuoto: "Sicuramente Firenze ha voglia di vincere e vuole farlo subito: si è stancata di non alzare nulla. Penso a tal proposito" racconta il Pek in esclusiva a Radio FirenzeViola, "che questo innesto vada in questa direzione: conosco Edin benissimo, è ancora un campione e un fuoriclasse che vuol subito essere determinante".

Allora perché, secondo lei, una parte del tifo è scettica?
"Credo che i dubbi di alcuni tifosi viola su Dzeko siano relativi a quanto accaduto in passato su altri attaccanti, arrivati tra molte aspettative ma poi rivelatisi deludenti. Mi riferisco in particolare a Mario Gomez - e me lo ricordo bene, visto che in quella Fiorentina giocavo anche io - ma anche a Ribery".

Ma un 39enne, a suo avviso, può ancora fare la differenza in Serie A?
"Voi mi conoscete, sono uno diretto e anche stavolta voglio dire il mio pensiero: ai miei tempi, quando giocavo in Italia, giocatori così non arrivavano mai. Ma il livello del nostro campionato è cambiato: già quando io ero a Firenze un 35enne faceva molta fatica ad imporsi e restare su certi livelli di rendimento. Per quello che stiamo vedendo in Serie A in questi ultimi tempi, però, Dzeko può giocare tranquillamente e fare la differenza: non a caso nei mesi scorsi c'era stata anche la possibilità che potesse tornare a giocare Totti…"

Quindi non la stupirebbe nemmeno l'eventuale arrivo di Modric al Milan?
"Esatto. Sarà il campo poi a dire quale sarà il contributo che certi giocatori più attempati potranno dare. L'unica cosa che ci tengo a dire, ripeto, è che a me oggi la Serie A sembra un campionato di un livello diverso rispetto al passato e credo che la logica conseguenza sia anche l'andamento della Nazionale italiana. Gli Azzurri sono lo specchio di certe scelte fatte dai club per il campionato".

Torniamo al 2012, quando lei passò al Manchester City e trovò un 26enne Dzeko nel pieno della sua carriera: che ricorda di lui?
"Che già allora era un campione, in grado di segnare in qualsiasi modo: di destro, di sinistro, di testa… molto bravo tecnicamente. E' uno che già allora migliorava i compagni che giocavano accanto a lui. Edin non è un finalizzatore, è uno che fa giocare: è un talento completo".

Lei si aspetta che giochi assieme a Kean o che sia una sua alternativa?
"Hanno caratteristiche completamente diverse. E possono di conseguenza giocare assieme. Moise fisicamente è un mostro mentre Edin lo è tecnicamente. Si possono amalgamare insieme senza alcun problema".

Se la sente di sbilanciarsi e dirci quanti gol potrà fare Dzeko l'anno prossimo?
"Secondo me andrà in doppia cifra, agile agile. Edin è un giocatore intelligente e sa, visto che ha firmato per un club importante come la Fiorentina, che non arriverà come una scommessa ma come un giocatore che deve dimostrare subito. Altrimenti sarebbe andato a Dubai o in America. Lui è un giocatore in gamba, un uomo spogliatoio. E tutto vorrà fare fuorché farsi fischiare: mi auguro per lui che faccia la differenza".