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Rivelazioni, forma fisica e personalità: il bilancio della tournée della Fiorentina in Inghilterra

Rivelazioni, forma fisica e personalità: il bilancio della tournée della Fiorentina in Inghilterra
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di Andrea Giannattasio

Non era una tournée per fare passerella, ma per misurarsi. E la Fiorentina, di ritorno dall’Inghilterra, ha portato a casa tre cose: una condizione fisica in crescita, un’identità che si sta formando e risposte positive da chi dovrà guidare il nuovo corso targato Pioli. I risultati dicono: sconfitta per 2-0 contro il Leicester, pareggio a reti bianche col Nottingham Forest e ko solo ai rigori contro il Manchester United, dopo una gara giocata con personalità e coraggio. Ma il verdetto del campo va oltre il tabellino: la Fiorentina se l’è giocata sempre, alla pari, tenendo testa ad avversari di Premier e mostrando progressi evidenti sotto il profilo atletico e tattico. Un segnale importante in vista del primo snodo cruciale della stagione: il playoff di Conference del 21 e 28 agosto. E proprio la condizione fisica è il primo dato che fa ben sperare: i carichi di lavoro si fanno sentire, ma la squadra corre e comincia a rispondere con intensità.

Difesa al top, Fagioli e Ndour i migliori
Il reparto più convincente? La difesa. PongracicMarí hanno brillato, guidando il reparto con autorità e dimostrando di aver recepito in pieno il compito disegnato da Pioli: non solo difensori, ma registi bassi, con responsabilità nella costruzione e nella gestione del possesso. Due leader silenziosi, ma già centrali nel progetto. In mezzo al campo, la nota più lieta è stata Nicolò Fagioli. Il tecnico lo prova ormai da settimane nel ruolo di regista e, dopo qualche incertezza iniziale, il classe 2001 ha chiuso la tournée in crescendo, mettendo in mostra personalità e qualità. Può essere lui il perno del centrocampo viola. Segnali incoraggianti anche in attacco, dove Kean – pur senza gol – ha mostrato una condizione fisica già brillante e un atteggiamento da combattente. Sempre nel vivo dell’azione, ha dato profondità e fisicità. Ma la vera rivelazione della tournée è stata Ndour: per presenza, letture tattiche e forma fisica raggiunta, è stato uno dei migliori. Pioli ne apprezza la duttilità e il senso della posizione.

Le note dolenti, in attesa di Rolly
Non mancano, però, le questioni da risolvere. Dzeko, infatti, è apparso in ritardo di condizione e ancora lontano dal ritmo richiesto. Anche Gudmundsson, utilizzato come trequartista dietro due punte, fatica ad adattarsi al ruolo: ancora timido, ancora poco dentro il gioco. Infine, resta cruciale il recupero di Mandragora, fermo per infortunio ormai da metà luglio. Il suo rientro darebbe a Pioli la possibilità di testare con continuità il 3-5-2, opzione su cui il tecnico sta ragionando per avere una soluzione tattica alternativa nei momenti chiave della stagione. Il bilancio inglese, insomma, è più che positivo. I segnali ci sono. La Fiorentina non è ancora pronta, ma va nella direzione giusta. E questo, a due settimane dai primi impegni ufficiali, è quello che conta davvero.