I titolari sono ok ma le alternative non bastano. La Fiorentina esce da Nottingham con più certezze, nel bene e nel male. La squadra è incompleta, servono altri colpi per sognare. Il caso Beltran fa riflettere sul tema calciatori e società

I titolari sono ok ma le alternative non bastano. La Fiorentina esce da Nottingham con più certezze, nel bene e nel male. La squadra è incompleta, servono altri colpi per sognare. Il caso Beltran fa riflettere sul tema calciatori e societàFirenzeViola.it
Oggi alle 00:00L'editoriale
di Lorenzo Di Benedetto

La Fiorentina è uscita con uno 0-0 dalla sua seconda amichevole in terra inglese. Il pareggio contro il Nottingham Forest ha mostrato chiaramente dei netti miglioramenti rispetto alla sfida contro il Leicester, come era normale che fosse, visto che Pioli ha mandato in campo i titolari e non le riserve. Tutto bello, senza dubbio, ma di dubbi in realtà ce ne sono eccome. Partiamo da una precisazione. Vietato dare troppo credito al calcio d'agosto, nel bene e nel male, ma con le partite ufficiali che si stanno avvicinando a grandi passi è più che lecito riflettere sullo stato attuale della rosa che lo stesso Pioli avrà a disposizione. Partiamo dalle cose ovvie: l'undici titolare è ben composto, in tutti i reparti, in attesa di Mandragora e Sohm, ma le alternative danno garanzie? La risposta è no, inutile girarci intorno.

Poche carte da giocarsi.
Ripartiamo per un attimo dalle parole di Nicolò Fagioli pronunciate nell'immediato post gara della sfida contro il Nottingham: "Dobbiamo fare gol, perché se poi lo prendi in partite come queste divente dura". Ecco, al netto delle zero reti segnate nelle prime due gare in Inghilterra, che sono un semplice dettaglio, la seconda parte del discorso può aprire a una riflessione. Facciamo un giochino, che ci piace fare molto spesso soprattutto all'inizio di una stagione. Nel malaugurato caso in cui la Fiorentina dovesse andare in svantaggio in una partita di Serie A o di Conference, girandosi verso la sua panchina, chi inserirebbe in campo Stefano Pioli? La risposta, a oggi, è molto semplice. Non ci sono giocatori che danno la sensazione di poter entrare e risolvere la gara. Inutile nascondersi, se in campo dall'inizio andranno, insieme, Gudmundsson, Dzeko e Kean, le alternative si chiamano Beltran, Fazzini (che non è certo un bomber), o Richardson. Nono bastano, è evidente, e probabilmente non basterebbe neanche avere uno Ioannidis in più.

Il mercato in aiuto.
Non è certo il caso di fare drammi, ci mancherebbe altro, ma la Fiorentina, a oggi, appare una squadra incompleta. Non nei titolari, ma nelle alternative. Il mercato può venire in aiuto, ma il budget a disposizione di Daniele Pradè e Roberto Goretti è praticamente esaurito. Qualcosa resta ancora, ma certamente non i 30 milioni rischiesti dal Panathinaikos per l'attaccante greco. E allora ecco che le uscite diventeranno fondamentali. Nzola andrà al Pisa, la trattativa è chiusa, poi ci sono i vari Sottil, Barak, Brekalo e Ikone. Difficile cederli a titolo definitivo, ma quantomeno si potrà risparmiare sugli stipendi. E poi c'è anche il nome di Lucas Beltran. L'argentino ha rifiustato il Flamengo, proprio nei giorni in cui Ademola Lookman si sta mettendo di traverso con l'Atalanta per forzare la mano e passare all'Inter.

Quello di Beltran è un caso di attualità.
Da una parte c'è una società che non vuole cedere un suo calciatore e lo stesso calciatore che non si presenta agli allenamenti e che otterrà ciò che vuole, dall'altra un club che avrebbe voluto vendere l'attaccante ai brasiliani, ma che non ha potuto per il rifiuto dello stesso giocatore. La morale della favola è che le società sono prigioniere, in un senso o nell'altro, di calciatori e agenti e questo deve far riflettere. Sia chiaro, in questo caso è Beltran ad avere ragione, perché ha firmato un contratto e, almeno per ora, intende onorarlo, ma se la Fiorentina non riuscirà a cederlo non racimolerà i soldi che serviranno per completare la rosa e renderla definitivamente competitiva per sognare veramente in grande.