Pioli si presenta: "Sono tornato qui per vincere e andare in Champions: ci sono le condizioni per fare benissimo"

Giornata di presentazioni in casa Fiorentina. Oggi alle 12, presso il media center del Viola Park, prende la parola il nuovo tecnico viola Stefano Pioli, che dopo aver rescisso il suo contratto con l'Al Nassr ha firmato con il club di Rocco Commisso un contratto triennale. Pioli, che ha già allenato la Fiorentina nel biennio 2017-2019, ha parlato così in conferenza stampa: "Comincio io a dire due cose... sono molto contento di essere qua" le sue prime parole.
Pensa di essere il miglior allenatore per questo gruppo?
"Devo e voglio sentirmi così. Tutte le esperienze che ho fatto fino ad oggi mi hanno portato a un livello più alto. Prendo questo incarico con responsabilità verso il club e la città. So che c'è tanta aspettativa: lavoriamo insieme da due giorni ma ho trovato tanto spessore umano. Non avevo mai visto un centro sportivo così bello, ci sono tutte le condizioni per fare un gran lavoro, ne sono convinto".
Perché ha scelto Firenze?
"Perché me la sento dentro. Alla prima chiamata che ho ricevuto, ho avuto una sensazione positiva. A questo club mi lega tanto: ho capito che era la cosa giusta da fare quella di tornare. Non ho avuto nessun dubbio".
Come giocherà la sua squadra?
"Voglio mettere in campo più giocatori di qualità possibile e noi ne abbiamo tanti. Dopo la tournée in Inghilterra avrò le idee più chiare. Ma ripeto, ci sono tutte le basi per fare un grande lavoro".
Cosa manca a questa squadra? Che obiettivi ci sono?
"L'importante è iniziare a lavorare, molti li conoscevo già. Serve dare equilibrio e uno stile di gioco molto chiaro alla squadra. Di sicuro partiamo da una base solida. Vogliamo alzare il livello, non so però quale sia. Dobbiamo alzare tutti i tassi possibili, fisico e tecnico, per essere il più competitivi possibile".
Quanto ha inciso il suo volere in Kean?
"Ho parlato tanto con Moise in questo periodo ma non so quanto io possa aver inciso. Il club gli ha però dato tanta fiducia. Lui è molto forte, siamo entrambi soddisfatti".
È tornato qua per vincere?
"La lunghezza del mio contratto è legata anche a questo: vogliamo provare a vincere un trofeo e tornare in alto. Ecco perché ho detto che vogliamo alzare il livello. Qui abbiamo tutto per fare bene. Ho voglia di sfide, altrimenti avrei fatto una scelta diversa e più comoda. Non è però quello che volevo in questo momento".
Nella sua Fiorentina ideale serve un play?
"Non si deve più parlare di sistemi di gioco. Si deve attaccare e si deve difendere tutti insieme. Devo capire cosa ho in mano tra i centrocampisti e poi cercheremo di capire cosa serve".
Possono coesistere Kean, Gudmundsson e Dzeko?
"Sì l'idea c'è ma dipende dalla loro capacità di giocare assieme. Più qualità abbiamo e più speriamo di poter vincere. I giocatori hanno le stesse mie ambizioni ed emozioni".
Come vede Gudmundsson nella sua Fiorentina?
"Non bisogna focalizzarsi su un ruolo o una posizione. E' un giocatore intelligente, sa dove andare e sa determinare. Se un giocatore è anarchico in fase offensiva va benissimo. Lo stesso discorso vale per Fazzini. L'importante è avere giocatori di gamba e di qualità".
Come ha vissuto questo mese? E' stato davvero vicino alla Nazionale?
"E' stato un mese un po' di ansia... ma molto positivo".
Dzeko potrà avere il valore che ha avuto Ibrahimovic al Milan?
"Ho detto a Edin che alla fine del primo anno al Milan di Ibra non c'erano certezze che lui restasse e io avevo chiesto Dzeko in rossonero. E' un giocatore di qualità e molto intelligente, ci darà una grande mano".
Cosa le ha chiesto Commisso?
"Ho parlato con lui e l'ho visto molto motivato, è una persona diretta, chiara e con cuore. Il rapporto è partito nella motivazione giusta. Mi ha chiesto di crescere e di migliorare. Ci auguriamo di riuscire a farlo da subito. Ci siamo presi il tempo necessario per lavorare e crescere".
Cosa ha detto a Dodo?
"Ho parlato con lui prima di arrivare qua, l'ho trovato benissimo: è un ragazzo simpaticissimo e un giocatore forte. Conto su di lui. E' dentro il gruppo e ci può dare tanto. Lo vorrei più efficace in fase offensiva. Ha fatto tanti assist ma pochi gol. Mi è sempre piaciuto anche da avversario, era tra i pochi che poteva reggere la gamba di Leao".
C'è la volontà di costruire una Fiorentina più "italiana"? E Sottil cosa farà?
"Tutte le scelte che son state fatte sul mercato son state condivise. Vale per Fazzini e Viti, visto che parliamo di italiani. E' importante avere una base di giocatori italiani perché possono essere d'aiuto agli stranieri. Ma il nostro obiettivo è migliorare la squadra. Sottil? Vediamo, tutte le valutazioni sono rimandate. Ho detto la società che finché non torniamo dall'Inghilterra voglio prendermi il tempo per valutare i giocatori che ho".
Chi sarà il capitano della squadra?
"Sarà Ranieri. Ci ho parlato lunedì e gli ho chiesto se si sente di avere un ruolo così importante. Ho visto un Luca cresciuto e determinato, sarà un ottimo capitano per noi".
Ha un messaggio da dare ai tifosi?
"E' facile ma anche difficile parlare della Curva Fiesole. Non mi sembra il caso di far promesse. Sicuramente daremo il massimo ogni giorno, questo posso dirlo. Io non ho mai sentito un discorso così incisivo, chiaro e puro come quello che alcuni tifosi ci fercero tanti anni fa dopo una sconfitta in casa col Verona e prima della gara con la Juventus. Noi dovremo giocare con energia, come quella che i tifosi sapranno darci. Noi dovremo meritarci il loro supporto. Insieme avremo più soddisfazioni e successi".
Qual è il ruolo di Beltran e che idea si è fatto di lui?
"Mi piace, ma devo conoscerlo bene. Ma io non voglio fare solo una squadra di bravi ragazzi, deve essere una squadra di giocatori che ci faranno vincere le partite. La squadra al 60-70% è di buon livello. Se boccerò un giocaotre non è perché non è bravo ma perché non ha qualità adatte a noi. La società si è detta pronta a intervenire. Vediamo cosa succederà per Lucas".
Cosa pensa della Conference League? E' la favorita a vincere?
"Ci teniamo tanto a questa coppa. Tutta la preparazione sarà orientata a cominciare bene nel playoff e nelle prime due trasferte di campionato. Dopo i playoff, la Fiorentina deve avere l'ambizione di arrivare fino in fondo. Il preliminare sarà difficile ma dovremo dare il massimo, allenandoci con concentrazione e serenità. Dobbiamo creare un giusto ambiente e dipende sicuramente da noi".
E' mai stato vicino alla Nazionale?
"Mi ha chiamato la Fiorentina..."
In cosa pensa di essere migliorato rispetto alle critiche ricevute in passato?
"Le critiche ci saranno ancora ma io non ho mai smesso di imparare. Sono cresciuto e a dispetto dei miei quasi 60 anni, mi sento ancora molto giovane. Sento di poter dare tanto alla squadra, anzi darò tutto. Lavorerò tanto mettendo energie e idee. Non mi piace il giocatore che fa il "compitino", che arriva qua senza entusiasmo. Io sceglierò i giocatori sotto l'aspetto tecnico ma anche motivazionale. Io sono particolarmente fiducioso perché ho visto che ci sono tante persone di spessore, che vogliono ottenere il massimo. De Gea, Gosens e Mandragora hanno una grande mentalità".
Quanto ha inciso il ricordo di Davide Astori nel suo ritorno?
"Ha inciso tanto non solo in questa scelta ma anche nella mia vita professionale e non. Io lo sento ancora Davide e mai smetterò di sentirlo. Se riusciamo a fare lo stesso passo fatto con lui con questa squadra, vinceremmo lo scudetto..."
Si sente di lanciare un guanto di sfida ai tecnici che hanno vinto lo scudetto?
"Sarà una sfida tra club, non tra allenatori. Io potevo essere ancora tra i top-10 allenatori più pagati al mondo ma volevo nuove sfide. Dovrò dimostrare di essere al livello: Allegri non ci ha messo tra le candidate alla qualificazione alla Champions. Bene, io l'ho scritto sulla lavagna ai miei giocatori questa frase".
Martinelli sarà il secondo portiere? Chi giocherà nelle Coppe?
"Sì, sarà lui il secondo. E' un giocatore di qualità e di personalità. Ma non dobbiamo guardare la carta d'identità e non ho ancora pensato chi giocherà dove. De Gea mi piace tantissimo per la sua personalità e la sua mentalità. Pensavo fosse molto meno bravo nella gestione coi piedi della palla e invece è fortissimo".
Che esperienza è stata allenare Cristiano Ronaldo?
"E' stato un onore poter allenare Cristiano. Non so se è il più forte nella storia del calcio, ma è un campione... una leggenda. Ho avuto un buonissimo rapporto, è un professionista incredibile. Ha un'ossessione che è quella di giocare e far gol. La sua giornata è finalizzata alla partita di domenica, stop".
Cosa pensa di Comuzzo?
"E' un giovane ma forte, ci farò affidamento. Si giocherà il posto per essere titolare. Ho chiesto alla società di non avere troppi giocatori, a prescindere dalle tante gare che faremo. Voglio gente motivata. Preferisco essere in difficoltà 2-3 gare o far giocare giovani piuttosto che vedere giocatori che non giocano mai".
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