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Franchi in rivolta: la Viola è già stata tradita dalle sue ambizioni

Franchi in rivolta: la Viola è già stata tradita dalle sue ambizioniFirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2025
Oggi alle 13:00Copertina
di Andrea Giannattasio

Dopo la debacle contro il Napoli, Firenze anche oggi si è svegliata con un’amara consapevolezza. Ovvero che la Fiorentina non è quella che i tifosi si erano illusi di vedere. Due sconfitte nelle prime quattro giornate, appena due punti in classifica e un Franchi che ieri sera, per la prima volta con tanta durezza, ha fatto sentire tutta la propria delusione. Fischi, cori di contestazione e parole forti all'indirizzo di Pradè che sembrava uscito dall'occhio del ciclone (ma evidentemente non era così): l’onda di entusiasmo che aveva accompagnato l’estate viola si è già infranta contro la dura realtà del campo.

Crisi mentale
La crisi, prima ancora che tecnica, sembra essere mentale. Perché questa squadra ha alimentato da sé le speranze che oggi la stanno soffocando. Non solo la società, ma anche lo stesso allenatore e i giocatori hanno contribuito a costruire un castello di ambizioni che, al momento, appare fragile come uno di carte. Stefano Pioli, a inizio stagione, non aveva nascosto fastidio per l’esclusione della Fiorentina dal lotto delle pretendenti Champions indicato da Massimiliano Allegri (un motivo forse c'era, no?) e aveva addirittura parlato dell'attuale Serie A come del campionato dei “migliori allenatori”, alludendo con convinzione anche a se stesso (come mai allora la sua squadra ancora non ha un gioco?). Dichiarazioni che oggi pesano come macigni, perché al di là delle (tante) belle parole la sua squadra non sembra avere ancora un’idea di gioco definita.

Voli pindarici
A ruota, sono arrivate poi le parole di alcuni protagonisti dello spogliatoio. Capitan Ranieri, così come altri compagni o tesserati (Sohm ma anche Pradè) non aveva esitato a parlare apertamente del sogno di vincere un trofeo nell'anno che porta al centenario del club e di provare a lottare ai vertici. Ambizioni legittime, certo, ma pericolose se poi non supportate in campo dai fatti. E infatti la Fiorentina, al momento, sta pagando soprattutto le scelte estive: un mercato che ha sacrificato gli esterni offensivi, costringendo l’allenatore a moduli prevedibili o ad adattare giocatori fuori ruolo. Una costruzione tattica che appare monca e che inevitabilmente ha accentuato le difficoltà.

Subito in campo
Il punto, allora, non è soltanto la classifica, ma la distanza siderale tra le aspettative alimentate e la realtà per il momento vissuta. È da lì che nascono la rabbia e il disappunto del Franchi, che non ha perdonato l’ennesima falsa partenza dell'era Commisso (già lo scorso anno la Fiorentina era partita male ma per trovare numeri simili a questi si deve tornare addirittura al 2019). Bene ha fatto Pioli, questa mattina, a richiamare subito la squadra in campo senza concedere neppure mezza giornata di riposo: un segnale di responsabilità, un primo passo verso un necessario esame di coscienza. Ma non basteranno solo allenamenti supplementari a scuotere le coscienze. La Fiorentina deve ritrovare umiltà, quella che forse ha perso tra dichiarazioni d’ambizione e proclami estivi. Perché il calendario che l’attende non concede tregua e soltanto con un bagno d’umiltà, dentro e fuori dal campo, questa squadra potrà ritrovare la forza di rialzarsi.