DA DI GENNARO A MARIANELLA: IL TRIENNIO DI ITALIANO SECONDO GLI OPINIONISTI DI RFV

DA DI GENNARO A MARIANELLA: IL TRIENNIO DI ITALIANO SECONDO GLI OPINIONISTI DI RFVFirenzeViola.it
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lunedì 3 giugno 2024, 19:00Notizie di FV
di Redazione FV

Si è concluso il triennio di Vincenzo Italiano alla Fiorentina, dal 2021 al 2024, caratterizzato principalmente dal ritorno in Europa e le tre finali raggiunte, senza nessun trofeo. Italiano ha portato sicuramente una ventata di freschezza e un gioco, a tratti discusso, ma che indubbiamente ha permesso alla squadra di sviluppare una forte identità. Non sono mancate le difficoltà, con momenti di crisi e sfide nel mantenere la costanza di rendimento nelle tre competizioni. Nonostante ciò, il triennio di Italiano ha lasciato un'impronta significativa e ha gettato le basi per un futuro che con ogni probabilità raccoglierà Raffaele Palladino. FirenzeViola.it e Radio FirenzeViola propongono di seguito una serie di commenti da parte di alcuni opinionisti della nostra redazione che in questi anni hanno avuto modo di seguire da vicino le vicende di casa Fiorentina

A partire dall'ex viola e oggi telecronista Antonio Di Gennaro: "Bisogna considerare il percorso che ha fatto da quando è arrivato a Firenze, da come la Fiorentina veniva da campionati non all'altezza, da salvezze avvenute alla fine della stagione. Lui con il suo calcio ha creato qualcosa di diverso, ha avuto la capacità di imporre il proprio gioco. Mi ricordo che la gente era molto contenta di questo modo di imporre la propria idea di gioco. Vlahovic faceva la differenza, perso lui qualcosa è mancato, però nonostante questo riuscì a qualificarsi in Europa dopo diversi anni che la Fiorentina non ci arrivava. L'anno scorso è stato quello della consapevolezza di fare qualcosa di grande: la Fiorentina ha fatto due finali arrivate con pieno merito. Entrambe perse probabilmente per qualche errore a livello difensivo, poteva avere qualche accorgimento che gli è stato un po' imputato. Quelle due finali potevamo avere un contraccolpo, invece quest'anno è ripartito con la stessa idea. Peccato che a gennaio non sia arrivato qualcosa sugli esterni, come Gudmundsson. Poteva fare la differenza. Nonostante questo è arrivato a fare 60 partite piazzandosi 7°-8°, è arrivato in Conference e credo che il livello della Fiorentina sia questo".

Lo storico giornalista nonché editorialista del Corriere dello Sport Alberto Polverosi si è espresso così: "Bisogna chiarire un aspetto fondamentale. Il giudizio su Italiano è decisamente positivo, e anche quello sulla squadra, forse un gradino meno. Quello sulla società invece non è positivo. Credo che Italiano abbia fatto giocare a questa squadra una quantità di partite che probabilmente un altro allenatore non sarebbe stato in grado di raggiungere. Sono 162 partite in 3 anni, non ricordo altre Fiorentine con questa quantità. Penso che l'ex allenatore viola abbia portato questa squadra oltre i propri limiti. Capisco i tifosi che hanno la pancia vuota, hai perso tre finali e passi da perdente. Ma io non la guardo così, non sarebbe completa l'analisi. Come hanno detto Ranieri e Gasperini bisogna guardare il tragitto, i tre anni di Italiano che sono stati notevolissimi. La Fiorentina è l'unica delle 20 squadre dell'ultimo campionato di Serie A a non avere un centravanti che abbia saputo fare più di 4 gol. Nonostante questo la squadra viola ha il quinto attacco del campionato. Ciò vuol dire che più di questo il tecnico non poteva fare. La società poteva fare sicuramente di più, soprattutto nel mercato di gennaio, forse anche la squadra poteva fare qualcosina in più. La società doveva agire in maniera diversa, il quarto posto a fine dicembre doveva portare dei rinforzi. Belotti e Faraoni non hanno rinforzato un bel niente".

L'ex viola Alberto Di Chiara: "Partiamo dall'ultima stagione, non è stata positiva. Un grande girone d'andata e un girone di ritorno pessimo. Alla fine la squadra è arrivata quasi a ripetere il percorso dell'anno passato con due finali. Una vittoria nella finale persa contro l'Olympiacos avrebbe alzato sicuramente il voto all'annata. Con un trofeo la Fiorentina avrebbe fatto il salto di qualità, e Italiano avrebbe fatto entrare la squadra viola nell'Europa che conta. Il tecnico ha cavalcato bene l'onda, però poi si è lasciato prendere dagli errori che lo hanno un po' caratterizzato in questo triennio. Non ha valorizzato molti giocatori nella propria squadra, gli sono mancati i perni centrali nei momenti più importanti, però al triennio di Italiano io darei un 6,5. Ha dato un'identità e ha riportato entusiasmo. Poi alla fine, come si dice, nel calcio sono sempre i risultati che contano e purtroppo Italiano non è riuscito a tagliare il traguardo che gli poteva far alzare il voto generale".

Il giornalista e telecronista di Sky Massimo Marianella: "Personalmente il fatto che Vincenzo Italiano sia andato via dalla Fiorentina mi dispiace. Perché è un allenatore che amo molto e stimo tantissimo. In questi casi si guarda indietro e si vede quello che è stato. Se lo faccio vedo che la Fiorentina ha avuto un processo di crescita straordinario. Se guardiamo i numeri, Vincenzo Italiano arriva il primo anno e fa 22 punti in più rispetto a quanto fatto l'anno precedente, porta la Fiorentina al settimo posto. Poi ci sono tre finali, tre qualificazioni in Europa e una mentalità diversa che ha dato alla squadra e all'ambiente. Sono sicuro che Vincenzo Italiano, nonostante le tre sconfitte nelle finali, alla lunga verrà rimpianto. Il club è cresciuto insieme a lui, si porta via ricordi bellissimi, e questo lo so per certo perché ho parlato con lui. Anche lui ovviamente avrebbe voluto ottenere di più, avrebbe voluto vincere. Lo si vedeva anche in campo con quegli sfoghi in panchina, quella rabbia di voler vincere che però non è arrivata al punto esclamativo. È stato straordinario, Italiano è bravo professionalmente e umanamente, ed è parte di una grande storia con la Fiorentina. Lui sfrutterà questo percorso per una sua crescita personale, ma sarà sempre amico di Firenze".

L'ex centrocampista viola Massimo Orlando: "Devo dire che se ad Atene avesse alzato la coppa, il mio voto a Italiano sarebbe stato 8. Invece purtroppo mi ritrovo a dover dare un 6,5. Ritengo che Italiano abbia fatto un grandissimo lavoro, è arrivato tre anni fa quando la squadra non aveva un'identità, giocava male ed era nelle zone basse di classifica. Italiano è riuscito a riportare la Fiorentina protagonista sia in Italia che in Europa. Non sono arrivate le vittorie che sono fondamentali, ma è vero che bisogna analizzare anche cosa è riuscito a dare l'allenatore. La Fiorentina ha giocato su tutti i campi a testa alta, sempre alla pari. Questo gli va riconosciuto, purtroppo la coppa non alzata va ad intaccare quello che sarebbe stato perfetto. Gli faccio un grosso in bocca al lupo perché ha fatto davvero molto bene. Gli auguro il meglio e spero che la Fiorentina possa continuare ad avere lo stesso trend".

L'avvocato Giulio Dini: "Un settimo e due ottavi posti è quello che ci lascia Vincenzo Italiano che ha il merito di averci risollevato, di averci portato a respirare aria d'Europa dopo tre anni molto bui. Ha il merito di aver portato la squadra compatta a lottare fino all'ultima giornata di ogni stagione su tre competizioni. È stato capace di tenere unito il gruppo, nonostante alcuni giocatori non fossero proprio all'altezza. Il suo primo anno è stato caratterizzato da un gioco sfrontato e felice, la Fiorentina non era data per sconfitta con nessuno. È questo lo spirito che ha mantenuto, anche se negli ultimi due anni c'è stato un rallentamento sotto questo punto di vista. Non solo per i ritmi della squadra, ma anche perché l'avversario ha imparato a conoscerci, e perché sono mancate delle soluzioni efficaci come un finalizzatore. Quest'anno addirittura la Fiorentina ha giocato senza centravanti; gli esterni fondamentali per Italiano sono mancati nella seconda parte del campionato. Il tecnico non ha puntato i piedi e questo in un certo senso è un torto, perché a gennaio aveva tutte le ragioni per chiedere al club di essere sostenuto. Va via con una sconfitta che brucia e che non dimenticheremo, perché la Fiorentina che ha perso ad Atene non è la Fiorentina di Italiano, non è espressione delle sue idee e nemmeno di quello che è il patrimonio tecnico della squadra. Nel complesso i tre anni sono stati positivi anche se le posizioni raggiunte non sono particolarmente significative". 

Luca Speciale, giornalista e volto di La7: "Lasciamoci così senza rimpianto né rancore, con quel retrogusto amaro che resta quando un film ti delude proprio sulla scena finale. Tre anni imperfetti e mai banali, comunque di crescita reciproca e di un amore, con la piazza, sempre sfiorato ma mai del tutto sbocciato. Sicuramente grazie per la grinta, l’impegno, l’ossessione, ma soprattutto per aver trasmesso ad un ambiente depresso ed impaurito una certa mentalità, quantomeno nell’aggredire partita e avversario, che a queste latitudini da tempo mancava. Eppure qualcosa è continuato a mancare soprattutto in questo che doveva essere l’anno della chiusura del cerchio e del salto di qualità. Le colpe non sono certo solo tue ma una quota di responsabilità te la devo a malincuore intestare. La tua idea di gioco è ambiziosa e affascinante ma per riuscire al meglio necessita di protagonisti di qualità e sempre in condizione. Fare i conti con la realtà, avere un piano B, è una dote anche nel calcio, mentre la sensazione è che talvolta abbia ritenuto il tuo spartito vincente a prescindere dagli interpreti, come se l’Aida cantata dalla Callas o da Pupo potesse risuonare ugualmente gradevole. Turnover, tanti cambi ed un esubero di varianti di formazione sono mali necessari del calcio moderno con i quali hai faticato a trovare un compromesso. Così come ha faticato la tua squadra a trovare la via del gol, nonostante la generosa e talvolta quasi scriteriata propensione offensiva. Certo davanti non hai avuto a disposizione Osimhen o Lautaro, ma sulla scelta di Nzola quest’anno c’è il tuo timbro. Tutta la prima parte di stagione è stata negativamente segnata dall’ostinata necessità di trasformare in erede di Batistuta e Gilardino chi non è mai parso nemmeno all’altezza della categoria. Alla fine, rimpianti alla mano, paghi i molti punti finiti a sbattere sui pali, persi nei minuti di recupero o dagli 11metri…sul fatto che queste, come dici tu, siano o meno cose allenabili è ormai inutile dibattere. Hai lavorato con serietà e rispetto della società che ti pagava, chiederti anche di allenarla a spendere meglio forse sarebbe stato troppo, però a gennaio, quando eri quarto e in corsa su tutto (Champions compresa), avresti dovuto minacciare le dimissioni a fronte di un mercato che tradiva tutte le tue richieste e le nostre ambizioni. L’allenatore è pur sempre parte della dirigenza, non una vittima. Certo qualcuno avrebbe perfidamente potuto risponderti che in questo tempo nessuno dei giocatori è cresciuto più di tanto e che alcuni sono andati talvolta addirittura sotto le aspettative sindacali. Il tempo dirà se avevi ragione tu o quei rompiscatole del parterre alle tue spalle. Il tempo dirà se più di così con questo motore non si poteva correre o se qualche volta ad ingolfarlo sei stato proprio tu. Una cosa è certa, la macchina da te guidata ha sbandato sempre alla curva “Finale”, soprattutto ad Atene, quando hai “rinnegato” Vincenzo Italiano anziché lasciarlo libero di vestire i panni di Lisandro e lanciare, senza timore, gli spartani alla conquista del Peloponneso e di un pezzetto d’Europa".

Infine il dirigente sportivo Malù Mpasinkatu: "La notizia che Italiano avrebbe lasciato era nell'aria già da qualche tempo. Questi tre anni sono stati positivi. Lui è arrivato nel 2021 come una scommessa, dopo la salvezza storica con lo Spezia. Di Italiano si parlava un gran bene, come se fosse un tecnico predestinato. Nei tre anni in viola ha dimostrato il suo valore, si è fatto notare per il suo modo tattico di giocare. Ha cercato di metterci del suo nel 4-2-3-1. Nel pensiero di tutti è inevitabile che rimangono le tre finali perse. Arrivarci è molto difficile, poi le puoi vincere o perdere. La finale con il West Ham arrivò dopo un percorso lunghissimo e tortuoso, dove la Fiorentina giocò tante partite. Con l'Olympiacos i viola erano favoriti e tutti si aspettavano che la Conference potesse essere portata a Firenze dove c'era un pubblico pronto a festeggiare un trofeo che manca ormai da troppo tempo. Questa è la dura legge del calcio, senza dimenticare la Coppa Italia persa con l'Inter, dove però i nerazzurri sulla carta e sul campo dimostrarono di essere più forti. Nel complesso è bello anche quando un allenatore lascia una piazza senza rancore. Lui volterà pagina e anche la Fiorentina, ma se dovessi dare un voto sarebbe più che positivo".