ROSSI E IL BRASILE, A VOLTE RITORNANO...
Proviamo a chiudere gli occhi e sognare... Brasile 2014, mondiali di calcio, un altro signor Rossi stupisce il mondo e regala il 5° titolo all'Italia. Allenatore Cesare Prandelli, il colore viola che abbraccia quello dell'iride e torna protagonista dopo 32 anni. Ah, dimenticavamo... quel signor Rossi si chiama Giuseppe, in arte “Pepito”, e come il “Pablito” di Spagna '82 batte i verdeoro strafavoriti per la vittoria finale. Tutto facile, tutto previsto? No, per niente. Ad esempio, ci sfugge se il Rossi viola segnerà una tripletta come il Rossi bianconero, se anche “pepito” vincerà la classifica cannonieri e di seguito il Pallone d'Oro... Insomma, qualche dubbio ce l'abbiamo. Quello che sentiamo e (sopratutto) ci auguriamo è che dall'anno prossimo il violazzurro tornerà ad essere un colore di moda. Come è sempre stato, come fu con Antognoni e Graziani. Appunto 32 anni fa.
AZZURRO PALLIDO – Lo spunto per queste riflessioni ce lo offre una serie di coincidenze, che fluttuano tra il nome Rossi, il Brasile, la Nazionale, e la totale assenza di Fiorentina nelle convocazioni di Prandelli. Partiamo da quest'ultima: al netto di Pasqual, sono due i viola al momento azzurrabili... Aquilani e Viviano. Il perchè è presto detto. In una rosa gigliata di 24 giocatori (tre portieri, sette difensori, 9 centrocampisti, 5 attaccanti) ci sono solo sei italiani: Viviano, Lupatelli, Pasqual, Aquilani, Migliaccio e Toni. Tolto il capitano del quale abbiamo già detto - non ce ne vogliano gli altri - restano Viviano ed Aquilani. I due, per motivi diversi, non sono stati chiamati, però sono nell'orbita di Prandelli e la loro candidatura è sempre attuale.
Proseguiamo col Brasile: Giuseppe Rossi sbarca a Firenze alla vigilia di Italia-Brasile, amichevole certo, ma pur sempre Italia-Brasile. Sappiamo bene come il nome Rossi richiami il Brasile, galeotto fu quel fantastico 3-2 del 5 luglio 1982 deciso da una tripletta di Pablito (si tratta, tra l'altro, dell'ultima vittoria azzurra sui maestri brasiliani). Infine i prossimi mondiali che si disputeranno in Brasile nel 2014. Prandelli non ha mai fatto mistero di contare sul completo recupero di Giuseppe Rossi, attaccante rapido, tecnico, veloce, perfetto per il 4-3-3 del CT di Orzinuovi. Non di meno nel 4-3-1-2 che Cesare ha in testa, e che schiererà domani a Ginevra. Rossi in coppia con Balotelli? Con Osvaldo? Con El Sharaawy in un attacco tascabile? Poco importa, “Pepito” abile ed arruolato è la quadratura del cerchio per qualsiasi allenatore.
CORSI E RICORSI – Dicevamo di Viviano ed Aquilani. Sospendiamo il giudizio su Emiliano, che solo da qualche settimana sta ritrovando se stesso, sta riacquistando sicurezza, tranquillità. Diamogli tempo. Su Aquilani il discorso è diverso. Alberto è un uomo di Prandelli, nel 4-3-1-2 sarebbe lui l'elemento ideale tra le linee, supportato da tre centrocampisti, a rifinire le due punte. Forse l'ex-Liverpool avrebbe meritato la convocazione già a questo turno, ma tant'è... anche in questo caso il tempo lavora a suo favore. Viviano ed Aquilani, Aquilani e Viviano... Ad oggi, per il colore violazzurro, non si esce da questi nomi. Con buona pace di Pasqual, e con la prospettiva Giuseppe Rossi... reale, concreta. E allora chiudiamo come abbiamo iniziato: fantastichiamo che a "Brasile 2014" nell'undici titolare di Cesare Prandelli ci siano Aquilani e Giuseppe Rossi. Due giocatori della Fiorentina, l'ipotetico numero 10 e numero 11, come nell'82 successe con Antognoni e Graziani. Prandelli come Bearzot, uniti nelle scelte e nel risultato finale. E magari Viviano terzo portiere come fu per Giovanni Galli. Ok, ok... stiamo correndo troppo. Però è bello sognare, fantasticare, e pensare che l'azzurro tornerà ben presto a colorarsi di viola.