DA UN "TANQUE" ALL'ALTRO...
"Sta avvedere che c'è toccaho ittanche sbagliaho..." La battuta a Firenze gira già da parecchio tempo, ed è curioso come due giocatori dello stesso campionato, per giunta con lo stesso ruolo, portino l'identico soprannome: "El tanque". Parliamo, ovviamente, di Santiago Silva e German Denis. Il primo, uruguaiano della Fiorentina, il secondo, argentino dell'Atalanta, che sabato si troveranno di fronte all'Artemio Franchi. Non è certo il primo caso di due giocatori con lo stesso soprannome: tra i tanti citiamo Ronaldo (quello brasiliano) e Mutu, entrambi ribattezzati... "il fenomeno". Non è nemmeno il primo caso di giocatore sul quale (ironicamente) i tifosi viola dubitano della reale identità: ricordate il cugino di Vargas? In quel caso fu addirittura Mihajlovic a fare la battuta, mentre negli anni precedenti si parlò del fratello di Castillo piuttosto che di Felipe o di Bolatti. Che ci volete fare, noi fiorentini siamo così: prima di rassegnarci alla mediocrità di un giocatore ci aggrappiamo anche allo scambio di persona. Da un tanque all'altro quindi, anche se (almeno all'inizio) i due si confronteranno su piani diversi: in panchina il viola, in campo il nerazzurro. Eh già, perchè a fronte di soprannomi uguali, la situazione tra di loro è profondamente diversa: titolare, titolarissimo il "tanque" Denis, riserva, riservissima il "tanque" Silva. Per l'uruguaiano una sola rete (su rigore) su 12 presenze (molte di queste spezzoni di partite), per l'argentino 10 gol in 13 partite, capocannoniere della serie A insieme a Totò Di Natale, assist-man per Moralez (l'altra punta dell'Atalanta). Un'esplosione improvvisa, per certi versi inaspettata. Sopratutto se guardiamo la carriera italiana di German: 18 mesi al Cesena in C1 tra il 2002 ed il 2003, 29 presenze e tre reti. Quindi il repentino ritorno in patria.
Denis ci riprova, e nel 2008 sbarca a Napoli dopo una stagione trionfale all'Independiente (27 gol in 36 partite). Il primo anno in maglia azzurra mette a segno 10 reti in 41 partite (poca roba), il secondo va ancora peggio (5 su 31). Poi il trasferimento all'Udinese, ma anche in Friuli non sfonda: 27 gettoni, 5 reti con l'ennesimo trasferimento, quello buono all'Atalanta di Colantuono. Per tutti, oggi, German Denis è il vero tanque, l'originale. Eppure anche Santiago Silva sembrava un vero tanque (ricordiamo che "tanque" vuol dire carro armato), almeno in argentina: nel Banfield (capocannoniere nell'Apertura 2009 con 14 gol in 18 partite) e nel Velez Sarsfield (32 presenze e 18 reti). Altro che "ittanche sbagliaho... " Tra l'altro Silva aveva vissuto una storia simile a Denis, poichè aveva già tentato l'avventura italiana (nel 2000 nel Chievo Verona) ma gli andò male, non giocando nemmeno una partita. Storie parallele, con un finale (per ora) ahimè ben diverso. Adesso si parla di un ritorno al River, di un interessamento del Boca, per lui ci sono le belle parole dello stesso Moralez suo compagno al Velez... ma il sogno sarebbe un gol vincente sabato contro l'Atalanta ed un corsa sfrenata sotto la Fiesole. Obiettivo? Dimostrare che il "tanque" vero, il "tanque" originale è lui, diffidare dalle imitazioni. Sopratutto dimostrare ai fiorentini che non è... "ittanche sbagliaho".