ANTOGNONI E RIVERA... BANDIERE PER SEMPRE
C'erano una volta... le bandiere. Calciatori che univano indissolubilmente la propria carriera ad una maglia, ad un colore, ad un'ideale... la squadra di calcio. Uomini che legavano la propria storia ad una città, ad una tifoseria che per sempre farà parte di loro, dei loro sentimenti. Sabato c'è Fiorentina-Milan al "Franchi", e ci piace ricordare che... Gianni Rivera sta al Milan come Giancarlo Antognoni sta alla Fiorentina. Bandiere appunto, che non si ammaineranno mai. Certo, ce ne sono stati altri... Bulgarelli per il Bologna, Gigi Riva per il Cagliari, Mazzola e Facchetti per l'Inter, (ahimè) Totti e Del Piero per Roma e Juventus... Antognoni e Rivera, però, rispetto a tutti gli altri hanno qualcosa di più. Innanzitutto erano due numeri 10 nel vero senso della parola: più punta, più realizzatore Rivera, più centrocampista, quasi un regista avanzato Antognoni. Due punti di riferimento in campo e nella vita, esempi da seguire in tutto e per tutto, modelli di comportamento per grandi e piccini. La storia di Antognoni e Rivera ha un senso tutto suo, difficilmente riscontrabile in altre, perchè dove finisce uno inizia l'altro.
Rivera, classe 1943 esordisce in serie A nel 59' nelle fila dell'Alessandria (sua città natale) e due anni dopo è già al Milan dove resterà fino al 1979, anno in cui vince lo scudetto della stella. 19 anni in maglia rossonera ed un palmares a dir poco... infinito. Antognoni, lo sappiamo (sed...repetita iuvant) nasce nel 1954, esordisce in serie A nella Fiorentina nel 1972, e vi resterà fino al 1987. Per lui 15 anni in maglia viola e l'amore eterno di una città che ancora oggi si emoziona nel parlare di lui. Le loro storie, dicevamo, si danno il testimone nel 1974 quando, all'indomani della disfatta ai mondiali di Germania 74', padri storici della maglia azzurra come Burgnich, Riva, Mazzola, e appunto Rivera, vengono messi da parte insieme al loro mentore, Ferruccio Valcareggi. Al loro posto Gentile, Rocca, Graziani, e appunto Antognoni. Da quel giorno il "capitano" disputerà 73 partite con la maglia azzurra, con all'attivo 7 reti ed un titolo di campione del mondo. Oggi Gianni Rivera e Giancarlo Antognoni sono due signori impegnati il primo in politica, il secondo come responsabile federale del settore giovanile. Entrambi hanno scritto la storia del calcio italiano e mondiale, ma non sentirete mai nessuno dei due vantarsi di questo.
In chiusura permettetemi un aneddoto ed un ricordo personale: "forse non tutti sanno che..." Giancarlo nasce tifoso milanista. Il padre, nei primi anni 60', gestisce un bar a Perugia che è anche sede di un Milan club. E così il piccolo 'Antonio' cresce in un ambiente a strisce rossonere e sogna, un giorno, di diventare come...Gianni Rivera. Il ricordo, invece, riguarda un servizio, datato ottobre 1974, della Domenica Sportiva. Autore, l'indimenticato Beppe Viola, che in una Domenica Sportiva dell'epoca, (era a poche settimane dall'esordio di Antognoni in nazionale, Olanda-Italia a Rotterdam del 20 novembre 1974), fotografava il passaggio di consegne tra Rivera e lo stesso capitano viola. Immagini montate ad arte che si fondevano nello stile, nella corsa, nelle movenze dei due protagonisti, a testimonianza della continuità che si perpetuava tra il vecchio fuoriclasse ed il giovane virgulto. Antognoni era il nuovo Rivera, e l'Italia del calcio poteva dormire sonni tranquilli.