ANNO NUOVO, VOGLIE VECCHIE
E’ l’alba del nuovo anno. Per molti le feste volgono al termine e solo i più fortunati prolungheranno le vacanze fino alla Befana. I giocatori della Fiorentina tornano ad allenarsi questo pomeriggio, per iniziare a smaltire qualche stravizio a tavola e per ritrovare la giusta concentrazione sul campionato. Domenica arriva il Pescara: vietato sbagliare. Firenze, satolla e impigrita dalle festività, inizia a scaldarsi le meningi, interrogandosi sul 2013 viola e il mercato di gennaio, in mancanza di calcio giocato, è l’argomento più gettonato. Le bisbigliate partenze non fanno male, ma non possono spolpare la rosa oltre misura. Matias Vecino, talentuoso centrocampista uruguaiano, potrebbe essere il primo annuncio di questa sessione. Manca solo il passaporto comunitario: questione di giorni. Tutto bene e tutti soddisfatti, ma non è quello il ruolo che mette più ansia al tifoso. Tanti sognano l’agognato attaccante e qui si apre il capitolo più spinoso per gli uomini mercato della Fiorentina. La carenza è cronica e ora le esigenze sono due: la contingenza e il lungo periodo. El Hamdaoui, che piace molto al Torino, sarà impegnato in Coppa d’Africa e questo sottrarrà un elemento in più alla già esigua compagine offensiva viola. Il campionato e la Coppa Italia pretendono, per come si sono insperatamente messe le cose, qualche sforzo in più. Il tributo richiesto dal Dio del pallone è carne fresca da mettere in campo, per proseguire nella volata verso traguardi non più utopici. Difficile, però, che arrivi un top player, perché non è stagione… Sarebbe un po’ come voler mangiare le ciliegie a gennaio. Merce rarissima, costosa e di importazione. Voglia di lusso che, pur di appagare il viziato palato, rischia di far svenare per qualcosa che, al test delle papille gustative, si rivela scialbo, inconsistente e insapore. I nomi che son circolati non fanno impazzire la piazza che sembra, tutto sommato, rassegnata alle oggettive difficoltà dell’operazione. Di Natale è pista suggestiva quanto impercorribile: altamente improbabile che l’attaccante lasci Udine. Difficile voltare le spalle a una vita calcistica spesa in Friuli ed a un futuro in Società a fine carriera. Tornano di moda vecchi tormentoni: da Funes Mori a Chamackh, tutti giocatori già accostati in passato al colore Viola e che, puntualmente, han mancato l’appuntamento con la maglia gigliata.
Su Van Wolfswinkel si continua a lavorare ma l’ipotesi gennaio appare, via via, un po’ peregrina. Larrondo è il nome delle ultime ore e la facilità di arrivare al calciatore è inversamente proporzionale al gradimento della piazza. Il suo biglietto da visita non è di quelli che invitano a far suonare le chiarine di Palazzo Vecchio in segno di benvenuto. Con il Siena in serie B ha collezionato 6 reti in 27 presenze. In serie A, l’anno successivo, in 14 partite disputate, ha centrato il bersaglio una sola volta. In questo campionato ha racimolato 3 presenze, sistematicamente battuto nella corsa alla maglia da titolare, da Calaiò. Non son certo questi i numeri in grado di rassicurare/soddisfare la tifoseria... almeno non a questo punto della stagione e con le attuali prospettive. Montella ha dimostrato di essere un mago nel motivare, rigenerare ed ottimizzare il rendimento dei propri giocatori. Larrondo sarebbe, pertanto, uno stimolante azzardo per il Mister e, per la piazza, pillola meno amara, se qualcuno di più gustoso arrivasse a fargli compagnia.