CORRIERE DI TORINO, Juve, un gol nel buio
È talmente imbarazzante il secondo tempo della Juve a Firenze — zero tiri in porta — roba successa cinque volte negli ultimi 18 anni — che alla fine Massimiliano Allegri tira un sospiro di sollievo, come chi ha appena finito di leggere un romanzo (chilometrico) di Karl Ove Knausgård: "Ero arrabbiato perché volevo che finisse la partita, loro stavano spingendo". Di più, all’incasso di una sfida subita e quasi mai comandata, se non nel precoce vantaggio, il pareggio è di gran lusso, sempre a giudicare dalle parole dell’allenatore: "Siamo un po’ calati, ma sono molto contento del risultato, queste partite a Firenze si possono perdere". Dichiarazione che, tempo qualche decimo di secondo, incendia i commenti dei tifosi sul web.
Dopodiché, essendo Allegri tecnico con una certa esperienza, e uomo di mondo, l’uscita suona davvero come un’allerta generale, se non un allarme. Avendo già "perso 4 punti" (ipse dixit), il tecnico non può ovviamente essere felice del pareggio, ma — si deduce — questo può offrire adesso la squadra. Per forma fisica precaria (Di Maria fuori dopo il primo tempo), per scelte in vista della Champions (Vlahovic) e per assenze (Pogba, Chiesa), ma pure per altre ragioni. La principale la sottolinea subito Allegri: "La partita andava chiusa nel primo tempo, perché in un momento così, la gara va azzannata. È l’unico rammarico che posso muovere ai ragazzi".