VORREI MA NON POSSO
La maledizione della Fiorentina sembra proprio non voler aver fine. Nonostante una prova generosa e molto attenta in difesa (almeno fino al minuto numero 84) i viola devono ancora rimandare l’appuntamento con la vittoria, allungando così a 18 il numero dei turni senza vincere una partita. Eppure l’Emilia, terra dell’ultimo successo gigliato datato 17 febbraio 2019, sembrava il luogo migliore dove poter riallacciare il filo, così come il Tardini (teatro del baratro viola della passata stagione con il ko con il Parma) il posto ideale per cacciare via tutti i cattivi pensieri e dar seguito alla bella prova contro la Juventus.
In realtà, al di là degli ultimi 10’ da incubo per Pezzella e compagni, la prova della Fiorentina contro l’Atalanta è stata nel complesso più che sufficiente, con una tenuta difensiva sempre precisa e un attacco in grado di pungere quando si è reso necessario (la gemma di Ribery è forse la miglior notizia dalla quale ripartire in vista del delicatissimo scontro con la Samp di mercoledì). Poi però ci sono le note dolenti, quelle che si sono concretizzate a pochi metri dal traguardo non solo per colpa dei giocatori che sono rimasti in campo, quanto probabilmente di chi è entrato e, dalla panchina, ha fatto determinate scelte.
Paradossalmente, la scelta di mandare in campo due punte ultra-offensive sullo 0-2 (il cui impatto sul campo è stato rivedibile) non ha aiutato a mantenere gli equilibri che la Fiorentina aveva gestito con astuzia per quasi tutta la partita, offendo il fianco ai velocissimi Ilicic e Gomez che hanno trasformato la partita della Dea da una minicrisi a un minitrionfo. A conti fatti, la Fiorentina in 10’ di gara era riuscita nell’impresa di prendere tre gol e solo il Var ha rimandato la beffa di pochissimi istanti.
Inutile girarci attorno, adesso la sfida di mercoledì contro la formazione di Di Francesco al Franchi assume un valore decisivo per la stagione della Fiorentina. Che pur essendosi messa alle spalle le sfide contro le prime tre della classe dello scorso campionato, adesso si trova all’ultimo posto in classifica e con davanti la fastidiosa sensazione di essere sempre costretta a fare a cazzotti con il classico “vorrei, ma non posso”, un turbamento avvertito già dopo la prima di campionato contro il Napoli e una settimana fa con la Juventus: tanto impegno, buone trame di gioco ma minimo sindacale in saccoccia. La Samp, dunque, sarà un banco di prova da non fallire per evitare di vivere un'annata con obiettivi risicatissimi.