VIVIANO, MONTELLA E LE RUGGINI DEL PASSATO: RICOMINCIAMO?
Il 2012-2013 fu una stagione tutt'altro che tranquilla per Emiliano Viviano. Il portierone dal cuore viola, alla sua prima stagione con la maglia della Fiorentina sulle spalle dopo anni di balaustra in curva Fiesole e di schiacciate al prosciutto sui gradoni di Santa Croce per il calcio storico, si scontrava infatti per la prima volta con la realtà di dover difendere i pali della squadra della sua città. Una responsabilità di non poco conto, acuita da un rapporto - quello con Vincenzo Montella, alla sua prima stagione in riva all'Arno - che quell'anno non è mai decollato.
I beninformati dello spogliatoio, infatti, raccontano che nel corso di quella stagione ci fu un episodio che incrinò pronti-via il legame tra i due. Nella fattispecie quando l'aeroplanino, nel tentativo di fare una battuta (poco riuscita) accolse il portiere all'arrivo agli allenamenti scandendo davanti a tutta la squadra il coro "Uno di noi, Viviano uno di noi", quello cioè che la Fiesole era solita cantare tutte le volte che il numero 1 andava a difendere i pali ai piedi della curva. Un'uscita, quella del tecnico, che non fu presa benissimo dall'estremo difensore, protagonista peraltro - forse per le troppe pressioni - di un'annata in chiaro scuro (al punto tale che in una fase del campionato Montella gli preferì il giovanissimo Neto).
"Firenze è stato il sogno di una intera vita. Non sono rimasto perché Montella non mi ha voluto" - ha dichiarato Viviano in un'intervista di oltre un anno fa - "Secondo me aveva la convinzione che non potessi dare il massimo alla Fiorentina". Freddezza a palate, dunque. Un sentimento che però si è tramutato in reciproca stima quando i due si sono incrociati per sei mesi alla Sampdoria nella stagione 2015-2016: "A Firenze ci sono state delle incomprensioni" - ha raccontato Viviano a Sky sempre nel 2018 - "Lui ha il suo carattere e io il mio, che forse è anche peggio. A Genova però ci siamo ritrovati e chiariti: le cose sono andate bene".
Motivo per cui adesso ci sono tutte le carte in regola per un possibile ritorno in viola del portiere: la seconda parte di stagione alla Spal è stata per Emiliano più che positiva e l'avventura allo Sporting, iniziata la scorsa estate, sembra già ai titoli di coda. Viene dunque naturale pensare che, nell'ambito dell'ampia operazione simpatia verso Firenze che sta portando avanti Commisso (promozione di Antognoni, approdo in società di Batistuta e ritorno di Pradè), l'idea di un Viviano 2.0 in viola sia più di una semplice ipotesi.