VELENI
E tre. Abbiamo sentito le motivazioni di Montolivo, l'addio di Donadel, adesso lo "sclero" di Alessio Cerci. Perchè, a caldo, non ci viene altra definizione di fronte alle parole riportate oggi da Sportweek. Un Cerci che si toglie veri e propri macigni dalle scarpe, tornando a quel periodo in cui tutto era difficile. Persino entrare in campo perchè i fischi arrivavano prima della sostituzione.
Eppure, nel suo rivendicare rabbia ed evidentemente rancore per quei fischi, lo stesso Cerci dimentica immediatamente non solo quelle che erano le sue prestazioni sul campo, ma anche i suoi atteggiamenti che, di certo, non lo aiutavano nel ruolo di colui avrebbe potuto dare tutto (posto che, comunque, nel lauto stipendio incassato ogni mese dovrebbe essere compresa anche l'accettazione di fischi e critiche, persino vivacemente "colorite" come si addice ad una città quale Firenze).
E ancora, quei corsi su Messi, che al fin della fiera parevano soprattutto ironici, oggi diventano per lui una sorta di rivincita che vuole scrivere nella storia del suo rapporto con i tifosi. Dalle offese all'arroganza Cerci non sconta niente, e chiarisce che sotto la Curva non correrà più. Altro veleno, questa volta non sulla società ma pur sempre da uno spogliatoio dove di fatto l'anarchia è sempre regnata incontrastata, da riversare nelle giornate del dopo campionato. Quando la Fiorentina dovrebbe, in qualche modo, cominciare a pensare al futuro. Bene, benissimo, perfetto. Per ulteriori veleni si faccia avanti il prossimo, in casa viola abbondano.