VECCHI DIFETTI
Di occasioni perse come quella di ieri allo Stirpe i fiorentini ci hanno già fatto la bocca da un bel po’. Ma il riferimento non va in realtà soltanto all’era Italiano, durante la quale stop o passi falsi contro le neopromosse si sono verificati di frequente (nel primo anno ko contro Venezia, Salernitana ed Empoli, nel secondo sconfitta con il Monza e pareggio sempre coi brianzoli e con il Lecce) ma, in generale, al recente passato. Laddove in un qualsiasi momento favorevole che poteva spalancare ai viola scenari da sogno, la Fiorentina non è riuscita a centrare i tre punti pur con tutti i favori del pronostico.
Niente di nuovo, dunque, per la Fiorentina dalla trasferta di Frosinone, una gara che ha per il momento rimandato i sogni di gloria di una squadra apparsa esprimersi ancora una volta a corrente alternata e, soprattutto, ancora con i soliti difetti della primissima parte di stagione: bel gioco (almeno nel primo tempo), tante occasioni ma una concretezza sotto porta quasi pari allo zero. Un bel problema al quale fino ad oggi aveva sopperito la classica cooperativa del gol, capace di elevare l’attacco viola al 3° gradino della Serie A in fatto di reti realizzate.
In tal senso - per quanto sia una notizia più che positiva la quinta rete in stagione in otto gare giocate - iniziano seriamente a preoccupare i numeri delle due prime punte, che hanno allungato ulteriormente il proprio digiuno da gol. Nzola (applaudito, però, al momento del cambio dai 500 tifosi viola presenti allo Stirpe) è a secco da 638’ mentre Beltran - entrato bene ancora una volta - si ferma fin qui a 287’ di sterilità. Una situazione che, pur con tutte le scusanti del mondo, non può non preoccupare.