UN ALTRO SPORT (DA FERMARE)

09.03.2020 00:00 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
UN ALTRO SPORT (DA FERMARE)

Giocare una partita del campionato di Serie A senza pubblico è praticamente affrontare un altro sport. Potrebbe terminare così l'analisi della sfida che ha visto i viola pareggiare a Udine, e anche se su altri campi le cose sono andate diversamente vien da pensare che la riflessione in questione potrebbe benissimo sposarsi con tutti i recuperi andati in scena ieri. La Fiorentina ha fatto il giusto per portare a casa i tre punti, anzi per la verità ha probabilmente rischiato più di perdere, ma è maledettamente difficile considerare i 90 minuti di ieri alla Dacia Arena come una semplice partita di calcio.

La giornata trascorsa ieri è se possibile ancora peggiore delle precedenti, perchè ancora peggiori si stanno facendo i numeri dell'epidemia da Coronavirus. Se sabato notte il nuovo decreto varato dal Governo, ampiamente anticipato dalla stampa, stringeva ulteriormente le cinghie di un momento di emergenza il numero dei contagi cresciuto di ora in ora conferma la situazione tutt'altro che rosea. Niente che abbia tuttavia impedito comportamenti discutibili.

E se soltanto una settimana fa il mondo del calcio aveva mostrato la sua faccia più egoista anche ieri sono andati in scena teatrini difficili da comprendere, quasi quanto leggere una partita a porte chiuse. In mezzo agli stracci volati tra il Ministro dello Sport Spadafora, la Lega Calcio e il presidente dell'Assocalciatori Tommasi l'unica certezza è che il pallone, lo sport più amato del paese, abbia nuovamente dimostrato di rappresentare un mondo a parte, un universo intoccabile e a tratti ingestibile.

Capita allora che un Ministro che ha il dovere - e il potere - di decidere si limiti a consigliare la Lega di non giocare dopo che da 72 ore si sia deciso diversamente, e che la Lega stessa si guardi bene da prendere in considerazione l'ipotesi come del resto avvenuto per la richiesta di trasmettere in chiaro le partite. Il trionfo della confusione dalla quale è impossibile separare persino uno sciopero dei calciatori prima minacciato, poi annunciato e infine ritirato.

Si dice che martedì, nel corso di un Consiglio Federale Straordinario, si prenderà in seria considerazione la sospensione del campionato, quasi che allora il calcio possa davvero tornare a essere semplicemente uno sport come gli altri e per questo giustamente messo in secondo piano rispetto all'emergenza sanitaria che riguarda l'intera Italia. La scelta più adeguata, il calcio giocato ieri, coime quello giocato nel clima surreale di Udine, è un altro sport semplicemente fuori luogo.