TUTTI I NODI VENGONO AL PETTINE

12.03.2014 00:00 di  Stefano Borgi  Twitter:    vedi letture
TUTTI I NODI VENGONO AL PETTINE
FirenzeViola.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews

Complimenti al calcio italiano. Complimenti ad Abete, a Beretta (non l'allenatore, il presidente di Lega), a Galliani, a De Laurentiis, a Lotito. Complimenti anche ad Andrea Agnelli, complimenti vivissimi a tutti quanti. L'Italia è fuori dalla Champions League, alla soglia dei quarti di finale. Il ranking Uefa va (sempre di più) a farsi benedire, e tra qualche anno (di questo passo) le squadre italiane avranno diritto a due soli posti nell'Europa che conta. E allora vorremo vedere la faccia di Juventus, Inter, Milan, Napoli, Roma... quando saranno in cinque per due miseri posti. Complimenti a Braschi, a Nicchi, a Bergonzi, il loro braccio armato in quel di Siena, quando tutta Italia plaudì la rimonta del Milan. E complimenti a Tagliavento, a Mazzoleni, e tutti i loro accoliti che spianarono la strada a Balotelli e compagni. Già, Balotelli... 20 milioni di motivi per mandare il Milan in Paradiso. Addirittura Galliani non perde occasione per ricordare che la Fiorentina non entra in Champions da ben 5 anni. Per poi fare le "figurette" di ieri sera: 5-1 il totale a favore dell'Atletico Madrid, ma sopratutto la sensazione di aver giocato al gatto col topo. Una sorta di Davide contro Golia, tale la superiorità dei madrileni sui resti rossoneri. Complimenti, stavolta sinceri, alla Fiorentina che domani si giocherà l'ottavo di Europa League contro la Juventus. Alla Fiorentina che ha vinto in carrozza il proprio girone di qualificazione. Alla Fiorentina che nell'ultima Champions fu sacrificata sull'altare del Bayern (anche allora i viola avevano vinto il proprio girone eliminatorio). Complimenti vivissimi, infine, alla Fiorentina di Prandelli che, nel 2007-2008, tenne alto il nome dell'Italia conquistando la semifinale di coppa Uefa. Quando squadre come Udinese, Napoli, Lazio, venivano sbattute fuori senza pietà, schierando le seconde linee, snobbando la competizione. Di fatto affossando il famigerato "ranking" italico. Complimenti, complimenti a tutti quanti: stasera il calcio italiano, rappresentato dal Milan, è stato ridicolizzato. Io stasera, giornalista che scrivo di Fiorentina, non mi sento rappresentato dal Milan. Tanto meno dal calcio italiano.

LA LEZIONE DI LIVERPOOL - Come dice il proverbio, tutti i nodi vengono al pettine. Il che, detto a proposito di una squadra diretta da Galliani, fa pure sorridere. Andiamo avanti. La Fiorentina, nello scorso campionato, ridimensiona il Milan (3-1 a San Siro), si ripete quest'anno (ancora alla Scala del calcio) con un 2-0 che non ammette discussioni. Però (chissà come mai) in Champions c'è il Milan, e non la Fiorentina. E poi bilanci in rosso, stadi vuoti e inadeguati, vivai abbandonati, squadrismo arbitrale, credibilità vicina allo zero. Questo è il calcio italiano e, prima o poi, qualcuno ti presenta il conto. Eppure gli esempi positivi non mancano: proprio oggi ricorre l'anniversario della battaglia di Liverpool, 12 marzo 2008, Everton-Fiorentina 2-4 ai calci di rigore. Onestà vuole che il risultato, nei tempi regolamentari e supplementari, fu di 2-0 per i Toffees. Diciamocelo chiaramente, per lunghi tratti fu un dominio inglese spezzato solo dal rigore di Santana, che regalò ai viola i quarti di finale. Situazione rovesciata rispetto all'andata, quando due gol di Kuzmanovic e Montolivo sembravano aver deciso la contesa. Ma il bello sta proprio lì, la Fiorentina si difese con le unghie e con i denti, Frey saltava di palo in palo, nessuno mollò di un centimetro... nonostante gli inglesi fossero pervasi da un furore agonistico inarrestabile (e per qualcuno persino dubbio). Alla fine prevalse il cuore, la volontà, la Fiorentina passò il turno e si trovò ad affrontare il Psv Eindhoven. Quindi i Rangers di Glasgow, con tutto ciò che sappiamo. Però la Fiorentina ce la fece, vinse le proprie paure, uscì vincente a testa alta. Tutto il contrario del Milan di stasera. Proprio quel Milan aiutato, spinto, sorretto, avvantaggiato in quel di Siena. E non solo... Insomma, ognuno ha ciò che si merita. Noi ci meritiamo questa Fiorentina, e ne siamo orgogliosi. L'Italia, problemi suoi, si merita questo Milan.