TURN-OVER, Il gruppo non tradisce
La Fiorentina ha superato una prova molto importante. Ieri serviva una vittoria, ad ogni costo. I viola non potevano permettersi assolutamente di rimandare ulteriormente l'appuntamento con il primo successo in questo campionato. Le altre corrono, e anche coloro che sembravano in difficoltà, Roma e Milan, hanno iniziato a correre. Bene così, dunque, la Fiorentina tiene il passo e guarda con fiducia al delicato impegno di mercoledì sul campo di una Lazio ferita dai quattro goal rossoneri.
C' è un aspetto della partita di ieri che merita molta attenzione. Per la prima volta Cesare Prandelli, in questa stagione, ha fatto ampio ricorso al turnover. Lo aveva detto: "Quest'anno ci sarà spazio per tutti, il turnover sarà obbligatorio e voglio che tutti siano sempre pronti". Ieri sera, nelle varie analisi del dopo-gara, tanti hanno parlato di coraggio da parte del tecnico di Orzinuovi. Non siamo assolutamente d'accordo. Cesare Prandelli ha evidenziato una straordinaria fiducia nel suo gruppo, nei suoi giocatori, anche in quelli che nelle prima gare sono stati in panchina.
Eccolo il segreto di questa squadra e di questo allenatore. La fiducia. Ma quale coraggio! Non serviva essere coraggiosi per scegliere di cambiare tanti interpreti rispetto a mercoledì a Lione. Era tranquillo il mister, consapevole della qualità della sua rosa e della maturità dei suoi ragazzi. Era una partita da vincere, senza se e senza ma, e così è stato. Anche senza Mutu, anche senza Vargas. Un esempio per tutti: Donadel. Negativo nelle primissime apparizioni aveva ceduto il passo al neo arrivato Almiron; ma ieri è tornato ad essere quel guerriero che tutti conosciamo, indomito, trascinatore. Ancora non sembra al top, ma la reazione è stata evidente, da grande uomo. Benissimo anche Jovetic, all'esordio assoluto da titolare. Ma nessuno ha deluso, forse solo Felipe Melo, guarda caso uno dei più utilizzati fino a questo momento.
Primo grande turnover stagionale, dunque, e prima vittoria in campionato. Mercoledì si va a Roma, e sarà un altro esame importante, difficile. Tornerà sicuramente Mutu, così come Zauri, Vargas ed Almiron. Ma i nomi, in questa squadra, non contano, conta il gruppo, conta il lavoro, la voglia di essere uniti e tutti protagonisti. Lo ha detto anche Gilardino, ieri, subito dopo il match: "Siamo tutti leader, tutti importanti. E' normale, qualcuno ha più carisma e qualcuno meno, ma tutti trascinano gli altri". E se lo dice il Gila, beh, dobbiamo credergli, per forza.