TRA L'EUROPA E UN PIANO B

29.03.2023 13:30 di  Andrea Giannattasio  Twitter:    vedi letture
TRA L'EUROPA E UN PIANO B
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Tutto di nuovo in ballo, senza però (al momento) solide certezze. Quello che infatti sembrava un progetto destinato ad andare in porto senza particolari criticità - il riferimento va allo stadio Artemio Franchi e al suo restyling - adesso è tornato prepotentemente d’attualità se pur, stavolta, al centro di una cortina di dubbi. Le perplessità sollevate dall’Unione Europea su una parte dei fondi da destinare all’impianto di Firenze (55 di 200 milioni complessivi) hanno tutti i contorni di una prima crepa all’interno di un piano di lavoro che già avrebbe dovuto rispettare una serie di parametri imprescindibili. Per vincoli architettonici, costi e soprattutto tempistiche.

Sull’argomento il sindaco Nardella si è mostrato anche oggi piuttosto sereno (“Non c'è stato alcun provvedimento di definanziamento ma occorrerà rispondere sul piano tecnico a quelli che sono i rilievi fatti dall’Europa” ha raccontato oggi in Consiglio comunale) ma è chiaro che il rischio che sia Palazzo Vecchio che il Governo debbano pensare a un piano B è forte. Due solo le soluzioni più ovvie che, dopo il confronto con Bruxelles, verranno vagliate dalle istituzioni: il reperimento di fondi nazionali (prospettiva più probabile anche se non priva di ostacoli) oppure il più comune ricorso a un investitore privato. Con, però, tutte le normali conseguenze che potrebbero derivarne (magari perfino il cambio di nome dello stadio).

Ecco che, alla luce di questi possibili scenari, resta da capire a questo punto cosa deciderà di fare la Fiorentina. Che se fin qui è rimasta in silenzio (magari in attesa del rientro in Italia di Commisso) non pare aver per nulla gradito almeno due delle esternazioni fatte nelle ultime ore dalle autorità locali. Dal governatore Giani che, in caso di spostamento della squadra alla Scuola Marescialli di Firenze, ha chiesto in modo inequivocabile un aiuto economico da parte dei viola, fino a Nardella stesso che ieri ha parlato di “indisponibilità dei privati nell'investire sul Franchi”, dimenticando che il primo progetto di restauro dello stadio - pur tra alcuni aspetti da rivedere - era stato proprio di mister Mediacom (su disegno dell’architetto Casamonti).