SENZA APPELLI
In casa viola l’aria è pesante dopo l’ennesima sconfitta rimediata e la questione retrocessione riapertasi violentemente. I viola sono a +5 dalla zona calda, col Cagliari in netta risalita grazie all’ingaggio di Semplici. Al Torino, intanto, mancano due gare che, se vinte, potrebbero far lievitare i guai già seri dalle parti di Campo di Marte. E allora è evidente quanto servano punti, risultati utili, in vista delle prossime due partite contro due contendenti dirette per la salvezza, ovvero Parma e Benevento. Tutti sono sotto esame, dalla squadra al tecnico. La rabbia del presidente Commisso è alle stelle e gli interrogativi sul futuro aumentano a dismisura. Gli appelli sono finiti, lo hanno messo in chiaro anche i tifosi, che nella giornata speciale di ieri hanno voluto ribadire un concetto base: la maglia va rispettata.
In campo bisogna dare tutto e certe disattenzioni fatali non si possono ripetere in eterno, come in eterno non possono essere perdonate. Tra gli individui più in discussione, rientra anche Cesare Prandelli. Lui, che era stato scelto per risollevare la squadra da una situazione non ottimale, è entrato in un vortice che lo vede portare avanti una media punti da retrocessione. Se prima il tecnico veniva esentato da colpe per la situazione e supportato dall’ambiente affinché trovasse una soluzione nel minor tempo possibile, ora nell’occhio del ciclone c’è anche lui. Chissà che, intanto, qualche suo collega, precedentemente sulla panchina viola, non stia ridendo sotto i baffi per questa situazione. Contano poco le voci sui possibili futuri sostituti dell’ex CT della Nazionale, anche perché, con una Fiorentina in simili condizioni, le congetture sul futuro sono tutt’altro che facili da costruire. Quel che più conta in questo momento per i viola, è guadagnarsi al più presto quei 15 punti necessari per tirare un sospiro di sollievo e scampare un pericolo che da troppo tempo, puntualmente, si presenta alle porte di Firenze.