NIENTE ALIBI
Schiacciata, demolita, tritata. Chiunque abbia spento il proprio televisore o pc al minuto 65 di Cagliari-Fiorentina, sull'umiliante punteggio di 5-0 per i padroni di casa, si è semplicemente perso la doppietta di Dusan Vlahovic, finalmente sbloccatosi in Serie A al termine della tanto agognata chance concessa lui da Vincenzo Montella e di una contesa però, per i viola, ampiamente già bella che finita. Il serbo e il suo allenatore, senza volerlo, sono strettamente connessi all'interno di una dichiarazione dello stesso tecnico viola nel post-partita.
"Se si guarda la lista dei giocatori tra i nostri e i loro ci sono più di 40 anni di differenza", è una delle frasi che si è sentita riecheggiare nei corridoi della zona mista alla Sardegna Arena, ribadita più o meno in toto anche dal ds Daniele Pradè nel giro di pochi minuti, pur senza scendere nei particolari numerici. Sì, peccato che cinque gol al passivo nell'arco di sessantacinque minuti non siano esattamente una situazione comune, giovani o no, e che le uniche due reti messe a segno dalla Fiorentina portino la firma di Dusan Vlahovic, anni diciannove. In più, ad appesantire ulteriormente il carico, ci sarebbero pure le disastrose prestazioni dei due più esperti in assoluto, Badelj e Caceres...
Probabilmente, nel commento del post-partita, si è sentito serpeggiare qualche alibi di troppo, qualche scusa non richiesta. La sensazione è, molto semplicemente, che la differenza d'età con i sardi, c'entri poco. La questione non è spiegabile neanche con l'assenza del solo Ribery o il gap tecnico: ok, il Cagliari sta dimostrando di avere grandi valori ed attributi, ma quel Simeone che oggi vestiva i panni di Batistuta - ah, la nostalgia... - è lo stesso giocatore che calpestava l'erba del Franchi lo scorso anno, rigenerato o no. Come scrivevamo, l'approccio è stato drammatico, ma pure la capacità di reazione ha teso allo zero. Nel post-partita lo stesso Montella ha lamentato una reazione tardiva, e che la squadra abbia cominciato a giocare solo quando sotto di cinque gol. Ma chi doveva provare a cambiare le sorti, già nell'intervallo o magari anche prima?
Ecco, riassumendo si può sostenere che questa Fiorentina sia stata troppo brutta per essere vera. Adesso serve accettare la pessima sconfitta, senza troppi giri di parole, e capire cosa non è andato, su quale aspetto si può andare a lavorare nell'immediato con una sosta in vista. Ma senza nascondersi dietro un dito, o un muro costruito da alibi. Perché stavolta stanno davvero a zero.