LA RIVINCITA DELLA PRIMAVERA
Ventiquattro anni dopo quella doppia finale contro la Juventus di Del Piero, la Fiorentina è di nuovo in finale alla Viareggio Cup. Un traguardo niente male per la Primavera viola che l'anno scorso finì fuori agli ottavi per mano del Sassuolo (i viola furono sconfitti ai rigori) e alla quale il trofeo dell'ex "Coppa Carnevale" manca dal 1992 quando con Caso in panchina, e Banchelli in campo, la Fiorentina ebbe la meglio sulla Roma.
Mercoledì, a Viareggio e sotto gli occhi del commissario della Federcalcio Fabbricini, la squadra di Bigica se la vedrà invece con l'Inter, capace di superare il Parma nell'altra semifinale. Una riedizione di quella finale che nel 2011 non portò fortuna alla Fiorentina. Quella squadra allora allenata da Renato Buso si scontrò con una giornata da favola di Dell'Agnello, capace con una doppietta di regalare la manifestazione ai nerazzurri di mister Pea. Ma anche l'opportunità di prendersi un'ulteriore rivincita sui nerazzurri dopo la vittoria dell'Inter nell'ultima finale scudetto.
Oggi la Fiorentina ci riprova con nomi dei quali si parla già benissimo. In tal senso, con cinque reti, è soprattutto Diakhate l'elemento che più si è messo in luce, senza dimenticare i quattro gol complessivi di Gori e le buone sensazioni regalate dai vari Sottil, Ranieri, Lakti e compagni. Lo stesso cammino fin qui percorso, e in particolare la bella vittoria sulla Juve, raccontano di un momento decisamente importante per la Primavera viola.
Forze fresche che presto potrebbero tornare utili anche e soprattutto per la prima squadra, deve essere questo poi l'obiettivo principe del settore giovanile, tanto più in una nuova stagione in cui Pioli si augura sì di avere una rosa più snella ma nella quale, al tempo stesso, possano essere inseriti nuovi giovani di prospettiva. L'esempio in tal senso porta dritto al nome (e al valore esponenzialmente cresciuto) di Federico Chiesa.