L'ANALISI, Ecco come gioca il Genk di Vrancken

20.09.2023 16:39 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
Fonte: L. Masini (match analyst)
L'ANALISI, Ecco come gioca il Genk di Vrancken

Manca sempre meno al debutto della Fiorentina nella fase a gironi della Conference League. Un gruppo che presenta forse in potenza qualche insidia in più rispetto a quello dello scorso anno, a cominciare dal Genk, primo avversario dei viola. Ma che squadra si troveranno di fronte i ragazzi di Italiano? Proviamo quindi ad analizzare con l'aiuto di un match analyst caratteristiche, punti di forza e criticità dei biancoblu:

Il Genk di Vrancken è una squadra che predilige il gioco lungo e non la costruzione palleggiata. Non è però una squadra “marco-marco” come il Toro di Juric che fa di Milinkovic-Savic un lanciatore lungo, ma cerca di usare l’uomo in più che si crea usando fortemente il portiere in costruzione. Se gli avversari non pressano la squadra si dispone a 3+2, dove uno dei tre non è un centrocampista ma proprio Vandevoordt, portiere con una notevole capacità di gioco con i piedi che riesce sempre a trovare anche la giocata giusta per indirizzare la sua squadra. In pratica alla fine è il vero regista arretrato. Contro squadre che non pressano alto i tre escono, portiere compreso e arrivano anche a metà campo per poi giocare lungo verso gli esterni, se invece gli avversari (come presuppongo la Fiorentina) li vanno a prendere alti allora qui il vantaggio numerico diventa chiave per impedire la marcatura e la partenza, perché il Genk si trova con un uomo in più, o a centrocampo oppure sulla linea più alta dove si trova El Khannous o uno degli attaccanti che scende nello spazio per ricevere palla ed impostare con una certa libertà.

In fase offensiva, la squadra belga col suo 4-2-3-1 predilige molto l’uso dei canali esterni e degli attaccanti che ci giocano (Junya Ito e Bongonda fino al 22/23 sostituiti da Oyen a sinistra, 2003 dal 2020 in prima squadra e la cui crescita è stata solo rimandata per un infortunio al crociato, e Paintsil a destra). Grazie allo stile di costruzione e sviluppo di solito si crea spazio tra le linee e questo viene usato prevalentemente per agire sugli esterni, dove possono giocare sia per andare al cross che per accentrarsi ed andare ad aiutare Zeqiri (dal Basilea ma in prestito dal Brighton) in attacco. Questo stile si nota dal numero di azioni da goal ottenute dagli esterni, che per il Genk arriva al 60% del totale della squadra, un numero notevole e che si è mantenuto costante al cambio degli interpreti.

Quando il Genk perde la palla il comandamento è riconquistarla subito o fermare l’azione per permettere alla difesa di rientrare e porsi bene in campo. Per fare questo l’allenatore chiede tanto lavoro ai quattro attaccanti, che marcano a uomo i loro diretti avversari cercando di impedire in ogni modo la giocata e lo sviluppo a centrocampo. Di solito il trigger per il pressing è il passaggio sull’esterno, che viene aggredito e al quale non viene data altra possibilità che il passaggio al portiere. Portiere che viene subito pressato e che quindi non può che essere costretto al passaggio lungo dove i difensori sono pronti, con le preventive a riconquistare palla sia direttamente che sulla seconda. Questo stile di gioco ha portato il Genk ad avere un indice di pressing PPDA di 10, ovvero più alto della Fiorentina che è a 10.62 ed è la squadra che pressa di più nella serie A italiana (il Genk invece è solo 6 nel campionato belga