INFERNO-ISTANBUL SOLA ANDATA

Ha dell’epico il passaggio dei viola nei play-off di Conference, e solo a mente fredda ci sarà tempo e modo per analizzare qualche occasione di troppo che (ancora una volta) la Fiorentina ha sprecato. In uno stadio che si è realmente rivelato una sorta di inferno dantesco, non solo per i decibel del tifo incessante da parte dei tifosi di casa, la squadra di Italiano non si è però mai disunita e contando le opportunità da rete alla fine il pari va più stretto ai viola che non agli olandesi del Twente.
Certo, nel finale è decisiva la parata di Terracciano senza la quale gli ultimi secondi sarebbero stati da cardiopalma, ma se è vero che la partenza sprint del Twente poteva mettere subito in difficoltà Cabral e compagni è altrettanto vero che col passare dei minuti oltre che la tecnica è emersa anche la personalità di una Fiorentina che voleva fortissimamente la partecipazione ai gironi di Conference. E nelle prove dei singoli sono un po’ tutti sopra la media, anche se i gol non arrivano e anche se lì in mezzo è Maleh quello che pare soffrire di più la fisicità avversaria.
In questo Italiano ha avuto le risposte che si aspettava da un gruppo che ha saputo sacrificarsi nei momenti difficili (determinanti anche i salvataggi difensivi di Cabral e di un Igor tornato subito fondamentale nonostante il rosso nel finale) e c’è da credere che superato questo esame la Fiorentina possa fare tesoro dell’esperienza vissuta in Olanda. Perchè passare indenni dalla serata del De Grolsch Veste non sarebbe stato semplice per nessuno, e perchè in campo nessuno ha fatto sconti. Domani sarà il tempo delle analisi e delle riflessioni su un attacco rimasto a secco per la seconda gara consecutiva, ma anche per il ritorno di una pallina viola in quelle urne europee che tutti aspettavano da oltre un lustro.
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