INAFFIDABILI

04.05.2021 00:00 di Tommaso Loreto Twitter:    vedi letture
INAFFIDABILI
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Senza voler sollevare nessun tipo di parallelo (ardito) con la Juventus, dopo l’ennesima occasione persa, vien comunque da pensare a quel che disse Sarri della sua ultima squadra, un gruppo che il toscano definì di giocatori “inallenabili”. Ebbene quel concetto legato a uno spogliatoio poco propenso a seguire i dettami del proprio allenatore oggi potrebbe pure essere traslato in casa viola, in qualcosa di altrettanto inconsapevole ma non per questo meno grave: un’inaffidabilità diventata marchio di fabbrica a prescindere da chi fosse il tecnico in panchina.

Dopo 34 partite, d’altronde, continuare a sottolineare quanti e quali problemi abbia creato la poca chiarezza societaria sulla guida tecnica sarebbe persino superfluo, anche perchè a questo punto della stagione significherebbe giustificare ancora quei calciatori che raramente, in campo, hanno saputo mantenere le promesse. E dire che alla vigilia di Bologna lo stesso gruppo aveva chiesto di anticipare il ritiro per preparare al meglio la partita, salvo perdersi nel momento decisivo della gara e non riuscire a portare casa punti pesanti dopo esser stati tre volte in vantaggio. Ancora una volta buoni propositi portati via dal vento, ancora una volta reparti tra loro distanti, slegati, incapaci di darsi sostegno

E d’altronde nel rivedere le tre reti segnate dalla premiata ditta Vignato-Palacio emerge chiara la completa mancanza di comunicazione tra i vari interpreti della fase difensiva, senza contare quella diga in mezzo al campo che il reparto mediano quasi mai riesce ad alzare. Nel dopo gara di Bologna i riferimenti di Iachini a “piccole sbavature” hanno fatto arrabbiare al pari delle parole post Atalanta, ma andrà tenuto di conto anche l’aspetto psicologico di una rosa fragilissima che in vista del rush finale pare aver più bisogno di un parafulmine (quel che sta provando a fare Iachini) che non di qualche strigliata (quelle, forse, sarebbero dovute arrivare molto prima).

Di certo anche su questo aspetto farà bene a riflettere la società in vista delle scelte per il futuro, che si tratti della rivoluzione che tutti auspicano o di semplici ritocchi, perchè se il presidente Commisso non più tardi di venerdì scorso aveva ribadito il suo approccio familiare al mondo viola (“Mai criticato i miei calciatori - disse l’americano - li considero tutti miei figli”) la squadra non lo ha mai del tutto accontentato, nemmeno domenica infilando le solite disattenzioni anche al Dall’Ara. Come se tutte le parole, le rassicurazioni sull’impegno e i sorrisi durante gli allenamenti mostrati via social fossero soltanto la facciata esteriore di una Fiorentina composta per lo più da calciatori che si sono dimostrati prima di tutto inaffidabili.