IL WONDER BOY MALINCONICO

12.12.2010 19:00 di  Enrico Mocenni   vedi letture
IL WONDER BOY MALINCONICO
FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Morini

Per il 'Wonder Boy" da Novi Pazar quella con l'Udinese è stata la decima presenza in campionato nell'era Mihajlovic. Una partita che ha messo in luce tutte le difficoltà di una ragazzo di appena 19 anni ad imporsi con personalità nel sistema di gioco viola. Critiche e giudizi a parte, il talentino ex Partizan sta indubbiamente attraversando una flessione di rendimento costante da ormai diverse giornate. La freschezza spensierata messa in mostra nelle prime apparizioni sta lentamente lasciando il posto ad una ben visibile difficoltà nel ricoprire un ruolo, quello di trequartista-seconda punta, di vitale importanza per il modulo di gioco prescelto da Mihajlovic. La mancanza di fisico ed esperienza infatti contano, e non poco, specie in un ruolo di cucitura tra centrocampo e attacco da cui dipendono gli equilibri della squadra. La delusione e lo sconforto latente che traspaiono ormai da alcune partite sul volto del giovane serbo raccontano meglio di qualunque disamina tecnico-tattica il momento di difficoltà, dovuto alla temporanea incapacità di incidere come vorrebbe sugli esiti delle gare. In questo senso la partita del "Friuli" ne è stato ultimo e lampante esempio, con il ragazzino perso e sconsolato nella no men's land del campo a macinare chilometri a vuoto tra un Mutu solitario e lasciato al proprio destino nell'area avversaria e il centrocampo in balia di Asamoah, Inler e Pinzi.

Parlare però di responsabilità oggettive se non addirittura di bocciatura sarebbe prematuro e quantomai ingiusto, tenendo sempre in considerazione la mancanza di alternative a disposizione dei viola e le difficoltà di adattamento, che ogni giocatore al primo vero impatto con la Serie A deve mettere in conto. La sosta invernale e il recupero della coppia Gilardino-Mutu per il nuovo anno, dunque, arrivano probabilmente al momento giusto per permettere a Ljajic una pausa necessaria per ricaricare le energie fisiche e mentali e ancor più, alla luce dei suoi diciannove anni, per alleviare il peso della responsabilità di cui fino ad oggi è stato caricato forse prematuramente.