IL GIORNO DELLA LIBERAZIONE, FRA BRUTTI RICORDI E LA NUOVA VOGLIA DI VIOLA
Certo che se avessero pensato che il flash mob avrebbe così velocemente risolto il problema DV, penso che gli ideatori sarebbero partiti prima con questa manifestazione! E’ questa la considerazione che mi è venuta leggendo le parole di ADV in merito alla chiusura del loro rapporto con la Fiorentina che fa risalire proprio a questo avvenimento forte, ma civile, risoluto e molto sentito, la convinzione dell’ormai ex proprietà di mollare. Grandi applausi per chi ha dato questa spinta, per chi ci ha consentito di tornare a vivere la nostra vita calcistica con entusiasmo e passione. Ha detto poche parole Andrea, probabilmente aveva poco tempo o poca voglia di parlare ancora di Fiorentina e Firenze, e forse è per questo che non gli è nemmeno passato per la testa l’idea di accennare a qualche responsabilità o colpa di questa rottura. Resta o meglio restano arroccati nelle loro convinzioni, nel loro delirio di onnipotenza, nel loro credo di essere stati dei mecenati ripagati dalla mancanza di riconoscenza di questi poveri fiorentini.
Il guaio è stato che non ci hanno mai capiti, che ci hanno sempre guardati dall’alto verso il basso, che non si sono voluti mischiare con questa città e questa tifoseria ed adesso possiamo festeggiare la loro partenza senza nemmeno un briciolo di rimpianto. Saranno ricordati come la proprietà più longeva della storia viola e quella che non ha vinto niente, quella dei proclami buttati lì tanto per dare fiato, quella che ha incontrato a Firenze rosiconi, avvoltoi e mamme Ebe. Ormai non ricordo più nemmeno i periodi in cui si giocava in Champions e si vedeva bei giocatori vestiti di viola, annullati da tempi di oscurantismo calcistico e da ripicche imbarazzanti. Saranno ricordati per aver diviso una tifoseria sempre molto attaccata ai propri colori, per avere “costretto” molti fiorentini a disertare gli spalti perché non si riconoscevano in loro, per avere svuotato lo stadio che era gremito anche in C2. Saranno ricordati per Calciopoli, offesa indelebile alla dignità fiorentina, che ha visto comunque la città a fianco dei signori di Casette d’Ete. Saranno ricordati per i loro addii burrascosi a tutti gli allenatori salvo poi, come colpo di coda, riprendere Montella con un contratto esoso. Regalino per chi sarebbe arrivato? Saranno ricordati per aver richiamato Corvino, dopo averlo esautorato anni fa in malo modo, per fare cassa, abbassare il monte ingaggi e apprestarsi ad andarsene senza averci rimesso un euro, anzi.
Quando ormai non ci speravamo più, è giunto il momento della liberazione che forse proprio oggi vedrà l’annuncio ufficiale. Se, come ho sentito, nel fine settimana l’eroe Commisso sarà a Firenze, mi auguro che si possano fare caroselli e festeggiamenti, quelli che ci sono stati negati negli ultimi 17 anni, per far vedere all’americano quanto entusiasmo è rinato a Firenze. Non tollero le bischerate sul fatto che sia juventino e straniero, sui dubbi legati al fatto che abbia provato più volte ad entrare nel calcio italiano, perché rispondo che i DV sono interisti e non sono certo arrivati sulle rive dell’Arno animati dal sacro fuoco del dio Eupalla e che peggio di quanto visto negli ultimi anni non potrà fare.
C’è tanto da costruire e poco tempo a disposizione, ma il magnate a stelle e strisce ha disponibilità importanti e sicuramente si sarà organizzato per questo sbarco nel campionato italiano. Le sue prime parole “sono qui per vincere, non per svendere” e quanto detto su Chiesa meritano tutta la stima e la fiducia in attesa di vedere i primi passi della nuova Fiorentina, ma la gioia che mi da sentire la gente che parla di tornare al Franchi, i voli pindarici sui nomi del futuro allenatore e probabili calciatori (che non sono certo Maxi Olivera e Cristoforo!), parlare di calcio sorridendo e pensando positivo, non ha pezzo. Loro sono finalmente usciti di scena e noi ci apprestiamo a vivere una nuova avventura. Benvenuto Rocco Commisso!
La Signora in viola