I TRE TENORI FANNO SCENA MUTA AD ATENE: RIFLESSIONI IN CORSO ANCHE SU JACK, ARTHUR E NICO

I TRE TENORI FANNO SCENA MUTA AD ATENE: RIFLESSIONI IN CORSO ANCHE SU JACK, ARTHUR E NICOFirenzeViola.it
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venerdì 31 maggio 2024, 10:00Notizie di FV
di Alessandro Di Nardo

Com'era quel vecchio adagio? Quando il gioco si fa duro... beh, non sempre è vero. Chiedere alla Fiorentina e al suo allenatore, lasciati a piedi nel momento clou dai propri pezzi da novanta. Chiamateli 'top player', trascinatori o in altri modi: fin dai primi giri del pallone nella stagione 2023/24 era parso chiaro che la Fiorentina avesse tre giocatori più importanti degli altri, tre assi da cui pendere e dipendere, alla mercé delle varie lune storte. Si sono allineate, le lune storte di Giacomo Bonaventura, Arthur e Nico Gonzalez, tutte e tre presenti di 'sghimbescio' nella notte di Atene. Quella più importante, quella dove nessuno si può permettere cali di concentrazione o prestazione. E invece, sul palcoscenico che valeva una carriera, i tre tenori hanno fatto scena muta

JACK, IL CONFRONTO COL 2023 - Bonaventura ha steccato con una prova incolore, manifestando ancora una volta un'inadeguatezza fisica a certi contesti e sparando a salve nell'unica occasione avuta a inizio gara: quel pallone schizzato verso di lui l'anno scorso l'aveva aggredito e spedito alle spalle di Areola con ferocia e classe; la classe rimane, ma il piattone da 'solletico' per Tzolakis, confrontato alla rete di Praga (simile per sviluppo dell'azione) è un campanello d'allarme per un giocatore che ad agosto compirà 35 anni. Dall'altra parte dell'Oceano vanno ripetendo la storia di 'father time', padre tempo, che prima o poi viene a bussare e chiede il conto. Ecco, l'impressione è che per il numero cinque in viola possiamo essere vicini alla fase crepuscolare della carriera. Una partita non fa una sentenza, chiaro, ma mettendo in fila gli ultimi tre mesi del centrocampista classe '89 anche i più 'bonaventuriani' potranno prendere più a cuor leggero la decisione presa da Spalletti di escluderlo dall'Europeo.

ARTHUR, ADDIO SENZA DRAMMI - Nessun problema di età per Arthur, ma il classe '96 è risultato allo stesso modo un guanto invisibile sulla gara dell'Opap Arena, tanto da costringere Italiano a sostituirlo a inizio ripresa. Fuori fuoco e fuori fase, sempre un giro di motori in meno rispetto a una gara frenetica soprattutto nei 45 minuti iniziali, il brasiliano si è perso nell'agonismo da finale. La sua stagione rimane pur sempre positiva ma con enormi buchi, passaggi a vuoto e assenze per una pubalgia che lo sta ancora limitando. Italiano era consapevole di dipendere da lui in un centrocampo che, al di là dell'ex Barcellona, non ha fini messaggeri del suo credo calcistico. Il fatto che lo stesso Italiano sia stato costretto a togliere dalla contesa un calciatore che è diretta emanazione del suo modo di interpretare il calcio può esser visto come il tramonto di un investimento su cui qualcuno si era illuso. 20 milioni per il riscatto per la Fiorentina erano troppi anche quando il mediano di Goiana surfava sulle acque del centrocampo, figuriamoci adesso dopo l'ondata biancorossa presa in piena faccia.

NICO, IL VENTO CAMBIA - E poi arriviamo al diez, a colui che aveva illuminato notti importanti nel triennio-Italiano: decisivo nella gara contro la Juventus (maggio 2022) che aveva riportato l'Europa a Firenze, a segno nella finale di Coppa Italia con l'Inter, a referto anche col West Ham con l'assist per Bonaventura, e prima ancora protagonista nella cavalcata di Conference a Poznan e Basilea, quest'anno col Plzen, insomma negli snodi importanti di questo triennio l'argentino c'era sempre stato. Per questo la sua prova ectoplasmatica di mercoledì fa ancora più rumore. Perché il popolo fiorentino si è sentito tradito  soprattutto da Nico Gonzalez, da quella che doveva essere la sua stella più luminosa, rimasta spenta con l'Olympiacos.

Si faranno valutazioni diverse per tutti e tre, ma si faranno: Arthur tornerà alla Juventus con qualche rimpianto ma nessuno si incatenerà comunque ai cancelli del Viola Park per protesta. Bonaventura ha trenta giorni per mettersi al tavolo con la Fiorentina onde evitare di diventare 'free-agent' il primo di luglio, l'impressione è che però a entrambe le parti sia passata un po' la voglia di trovare un punto d'incontro. Nico Gonzalez è un investimento talmente pesante (27 milioni spesi nel 2021) che non può essere svalutato e sarà parte ancora della Fiorentina che verrà. A meno che non arrivi un'offerta monstre, ma neanche troppo. Perché se fino ad agosto scorso la dirigenza viola segnalava come spam qualsiasi mail con oggetto -Interesse per il vostro Nico - (chiedere a Leicester e Brentford), adesso una sbirciata Pradé e soci la daranno. E già questo e - potenzialmente il fatto che, come per Arthur, nessuno inscenerebbe una protesta di massa in caso di addio del giocatore più rappresentativo - è indice di quanto il vento, anche intorno al dieci, sia cambiato.