I PIÙ E I MENO VIOLA: SORPRESE SAPONARA E TERRACCIANO. BENASSI-DABO HORROR
Si è conclusa con una sconfitta l’International Champions Cup della Fiorentina, che ad Harrison ha perso per 2-1 contro il Benfica. Questi i più e i meno in casa viola dopo il match alla Red Bull Arena:
I PIÙ
SAPONARA - Il piede è sempre caldo e il fantasista, nonostante i pochi spazi che offre il Benfica, fa valere tutta la sua tecnica adattato sia come esterno che come mezzala con alcune aperture davvero belle e intelligenti per Benassi, Vlahovic e Sottil. Il Lecce nelle ultime ore sembra voler fare sul serio su di lui ma chissà che Montella non possa all’ultimo scegliere di puntare sull’ex Samp, che rispetto alle ultime stagioni sembra molto più propenso a giocare in altri ruoli.
VLAHOVIC - Trasforma in oro la prima palla giocabile che riceve in tutta la partita, controllando da padrone la sfera in mezzo a due avversari e con un colpo da biliardo spedendola in gol a fil di palo. Un pizzico di fortuna (una deviazione) lo aiuta ma poco importa: il serbo conferma le buone impressioni di tutto il precampionato. Nella ripresa centra subito il palo, poi Benassi spreca tutto.
TERRACCIANO - Che bella sorpresa l’ex Empoli: San Pietro, incolpevole sul gol in avvio di Seferovic, prima evita il raddoppio del Benfica con un intervento pazzesco su De Tomas poi in chiusura di primo tempo esce alla grandissima in due circostanze portando nei spogliatoi l’1-1. Riesce a dare sicurezza a tutta la squadra, fornendo così ottime sensazioni in vista della prossima stagione.
I MENO
CRISTOFORO - Il ruolo di play non fa per lui e lo si capisce subito in una partita in cui il Benfica va ad aggredirlo con 2-3 uomini ogni qual volta ha il pallone tra i piedi. Si capisce che la serata per lui sarebbe stata difficile quando dopo 3’ perde un pallone velenoso che per poco non punisce i viola. Non appena i portoghesi alzano il pressing, l’uruguaiano sparisce dal campo.
BENASSI - Disputa nel complesso una gara timida, penalizzata anche stavolta da una posizione più avanzata che non lo aiuta molto. Il gol che si mangia dopo 4’ della ripresa (c’è da augurarsi per la troppa sicurezza di mettere la palla in rete con la porta totalmente vuota) è un qualcosa da censurare che inchioda inevitabilmente la sua prestazione.
DABO - Nemmeno il tempo di entrare e di posizionarsi sull’out destro al posto di Venuti, che Caio scaraventa alle spalle di Dragowski il gol del definitivo 2-1 a 30” dal fischio finale. La beffa lusitana è in gran parte opera sua.