FIORENTINA, Trovare un senso
Trovare un senso. Sì, facile a dirsi, forse un po' più difficile a farsi. Tempi strani, quelli sotto la torre di Maratona. Dove si torna ad osservare un'amichevole della prima squadra a distanza di quasi 300 giorni dall'ultima volta. La differenza, oggi rispetto a ieri, sta soprattutto nella struttura che sta sorgendo alle spalle dei campini. Presto, ci auguriamo, l'abitudine dell'amichevole infrasettimanale diventerà appuntamento fisso per la tifoseria, in un mini-centro sportivo (quello di cui sopra) che oggi cresce a vista d'occhio.
Dal campo, intanto, arriva anche qualche prima indicazione. L'ennesima in chiave sperimentale. La presenza di Vargas come terzo di centrocampo, del resto, può preludere anche a soluzioni alternative che riguardino il peruviano. Fermo restando che lo stesso D'Agostino sta a suo modo scalpitando per provare a chiudere in modo migliore, rispetto ai primi mesi, questa prima annata in viola. Recuperi importanti, che potrebbero anche consentire alla squadra una cavalcata finale degna di tale nome.
Il condizionale, tuttavia, resta d'obbligo. Perchè la caduta a terra post-Sampdoria, dolorosa tanto quanto le illusioni del dopo Palermo, è ancora lì a ricordare che, evidentemente, dal tunnel questa Fiorentina non c'è ancora mai del tutto uscita. A Bari, indubbiamente, una buona riprova per capire cosa fare nelle prossime domeniche. Da qui a maggio, tanto per intendersi.
Con la speranza, immancabile compagna della fede gigliata, che lo stesso Mihajlovic riesca a trovare fin da Bari il giusto senso del gioco della sua squadra. Perchè al di là del recupero dei vari Vargas o D'Agostino, in questo momento, servirebbe soprattutto capire che squadra è la sua Fiorentina. E cosa potrà fare nei prossimi 3 mesi.