FIORENTINA, Quella panchina senza spunti
Giorno di vigilia in casa Fiorentina, incombe il match casalingo contro il Chievo Verona. Come da prassi la formazione viola viene studiata nei minimi dettagli dallo staff tecnico, Cesare Prandelli in primis. E’ una partita delicata, necessaria per ripartire per fare morale e risultato. Chi mandare in campo? Sostanzialmente sempre i soliti che hanno giocato a fasi alterne nelle ultime uscite. Sì perché la Fiorentina che affrontava la Uefa la passata stagione e l’inizio di annata targato Champions League ci aveva abituato a trasformazioni importanti dal mercoledì alla domenica. Una spina dorsale da mantenere sempre, ma per il resto una variazione degli uomini dai tre ai cinque elementi che sostanzialmente mandava in campo due squadre diverse. Il mercato di gennaio si è portato via chi non aveva più voglia ed intenzione di aspettare questo tipo di rotazione (o chi si trovava in quei ruoli che la rotazione non la conoscono) e senza il ko di Santana Prandelli raramente avrebbe modificato il suo scacchiere di partenza. Il problema è che quando la partita non sorride o si mette subito sui binari giusti, le modifiche mancano pure a match in corso.
Questo hanno detto fino ad ora i primi mesi del 2009, con il ritorno dell’impegno infrasettimanale vedremo se le cose potranno mutare. Da giovedì a domani non più di due elementi potrebbero alternarsi dal primo minuto (Dainelli e Gobbi?) con ulteriori modifiche legate solo al possibile cambio di modulo. Perché senza la necessità di tornare al 4-3-3 l’impiego di Semioli sarebbe rimasto marginale, e Jovetic ha incrementato il suo minutaggio grazie al giro di esperimenti del tecnico per occupare il ruolo di trequartista. Quando Prandelli si guarda a fianco con la necessità di raddrizzare la gara o darle nuova imprevedibilità emerge tutta l’essenza di una panchina piuttosto corta, o meglio priva di elementi in grado di trasformare una partita. In Uefa senza Bonazzoli l’assetto offensivo è praticamente immutabile se non con Jovetic (sempre che non sia in campo dall’inizio); in campionato discorso simile con modulo destinato a variare solo in caso di svantaggio. Unico modo di andare tutti avanti, altrimenti terzino per terzino (Zauri – Comotto e Pasqual – Vargas o viceversa) o centrocampista per centrocampista, più di rottura che altro (Donadel, Gobbi e Kuzmanovic in ordine sparso). Un discorso che potrebbe drasticamente cambiare con Jorgensen ed Almiron, così dice Prandelli, fantasia e qualità oltre ad una notevole duttilità tattica. Recuperati entrambi forse lo sguardo del mister sarà meno desolato al momento di scegliere i cambi.