FIORENTINA, Corvino e gli altri rinnovi
Parlare di rinnovi in casa Fiorentina non è consigliabile. Almeno negli ultmi tempi. Perchè difficilmente il club viola ha saputo gestire nel migliore dei modi la scadenza dei contratti. Senza avviare valutazioni sui recenti addii, basterebbe osservare la situazione che si è creata con Montolivo per rendersi conto che qualcosa non è girato nel miglior modo possibile. Eppure, provando con sforzi immani, a guardare oltre il semplice orizzonte del calendario del campionato, i prossimi rinnovi da affrontare hanno tutte le caratteristiche per non essere delle banalità. Almeno in uno dei due casi.
Se per Mihajlovic, infatti, immaginare oggi un rinnovo sembra puro esercizio retorico, fosse solo per l'incertezza attuale che regna intorno al tecnico gigliato, per Pantaleo Corvino il discorso è di sicuro ben più aperto. Difficile, ad oggi, immaginare una Fiorentina senza il suo direttore sportivo, di fatto vero e proprio braccio operativo della società fin dai suoi primi giorni sul Viale Fanti. Eppure, gli scricchiolii societari filtrati anche dalle recenti dichiarazioni, fanno pensare che anche la posizione di Corvino possa traballare.
Sul lavoro del diesse, da tempo, ci si divide fra colpi azzeccati e flop clamorosi, con una preminenza in positivo soprattutto nell'era Prandelli, ma soltanto recentemente la società ha cominciato a tirare in ballo l'operato del proprio dirigente. Lo stesso Cognigni, più d'una volta, ha comunque fatto intendere che, sul mercato, qualcosa non è funzionato, per non dire che continua a non funzionare. Comunque la si guardi, già oggi, la poltrona di Corvino, così come la panchina di Mihajlovic, è tutt'altro che stabile, con la differenza sostanziale che se il tecnico rischia ancora già da domenica prossima, per il direttore sportivo resta ancora tutta la stagione per capire quali saranno i giudizi finali, alla scadenza del contratto.