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Riccardo Magrini, Presidente Siena CF a FV: “Fiorentina in un momento critico. Felice e orgoglioso di ciò che stiamo costruendo”

Riccardo Magrini, Presidente Siena CF a FV: “Fiorentina in un momento critico. Felice e orgoglioso di ciò che stiamo costruendo”
Oggi alle 18:00Notizie di FV
di Stefano Berardo

“Il nostro progetto nasce grazie ad un gruppo di genitori aventi delle ragazze all’interno del nostro club, inclusa la figlia del sottoscritto. La loro volontà di giocare a calcio ci ha spinto a costruire insieme un qualcosa che consentisse alle nostre bambine di poter dare libero sfogo alla loro passione per il pallone”. Riccardo Magrini, Presidente del Siena Calcio Femminile, ci risponde così quando gli chiediamo cosa abbia spinto lui ed un altro gruppo di persone a fondare il club che oggi presiede con infinita passione tra mille impegni ed ostacoli quotidiani. “Negli anni Novanta anche io ero un calciatore delle giovanili del Siena negli anni Novanta. Ricordo di aver giocato con Silvio Baldini (attuale CT della Nazionale Under 21). La passione che avevo io per questo sport è la stessa, anzi mi permetta di dire che quella di queste ragazze è più amplificata”.

Ancora sul progetto Siena
Non mi definirei un presidente col portafogli. La nostra società di mantiene grazie agli sponsor. Il nostro progetto si basa su passione e divertimento. Certo se di punto in bianco smettessero di finanziarci è ovvio che saremmo costretti a chiudere bottega. Ma grazie all’entusiasmo delle nostre ragazze – in special modo le appartenenti alle selezioni Under 15 e 17 – mettiamo il cuore oltre l’ostacolo e andiamo avanti. Anche personalità come Milena Bertolini e Federica D’Astolfo, con le quali ho un ottimo rapporto, ci sostengono e ci danno la spinta per andare avanti.

Presidente perché Siena visto che è una città che col calcio ha una storia travagliata?
Semplicemente perché non c’erano altri posti dove andare. Io sono di origine senese e non avrei voluto che mia figlia per assecondare la sua volontà di giocare a calcio andasse lontano dalla città. E così vale per gli altri genitori. Oltretutto a Siena non esisteva nessun polo di calcio femminile quando siamo arrivati noi. La Robur è arrivata dopo e comunque ha scelto di avere solo la prima squadra mentre noi abbiamo strutturato un settore giovanile di tutto rispetto. Siamo riusciti a dare un punto di riferimento a chi, in città e nella provincia, volesse giocare a calcio. Molte ragazze che oggi sono tesserate presso di noi provengono dai paesi e dai borghi della provincia di Siena. Questo ci riempie di felicità. Aver dato possibilità a queste ragazze di poter giocare a calcio nella loro città non era un fatto scontato.

Lei prima ha citato Milena Bertolini e Federica D’Astolfo. Come le avete convinte a sostenere il vostro progetto?
La chiave è stata l’entusiasmo. Sono arrivato a loro tramite la giornalista Rai Donatella Scarnati a cui vanno i miei speciali ringraziamenti. Noi abbiamo semplicemente raccontato chi siamo e cosa abbiamo in mente di fare da qui ai prossimi anni e loro sono rimaste impressionate. Le dirò una cosa: quest’estate abbiamo portato tutte le squadre in ritiro in una località vicino al Monte Amiata. Milena e Federica sono venute a trovarci per un giorno e hanno fatto allenamento con tutte le ragazze. Al termine della giornata erano tutte felicissime e contente. Anche i nostri allenatori erano entusiasti per aver avuto modo di poter assistere a come lavorano due donne che hanno fatto la storia di questo sport. Gli occhi colmi di felicità e i sorrisi contagiosi sia delle ragazze sia di Milena e Federica stesse sono state forse il nostro successo più grande dal momento in cui siamo nati come club.

Siete una sorta di anomalia?
Siamo la prova che l’unione fa la forza. Abbiamo trovato un centro sportivo di riferimento nel quale ci alleniamo con i campo in erba sintetica e i nostri allenatori e coach sono tutti personaggi formati da questo sport e che lo hanno vissuto a vari livelli in passato. Abbiamo anche un medico sportivo, un nutrizionista e altre personalità che hanno sposato in toto il nostro progetto portando il loro contributo.

Nessuna società vi ha mai contattato per proporvi una partnership o altro?
Sì e no, le spiego. La Robur ci ha approcciati all’inizio di questa stagione sportiva. Avrebbero voluto che noi diventassimo il loro settore giovanile visto che loro sono partiti direttamente e solamente con la prima squadra. Anche noi abbiamo una prima squadra femminile e avrei anche accettato di unirmi al loro club. Ma senza garanzie assolute di continuità del progetto non me la sono sentita di unirmi a loro. Però le porte sono aperte in futuro se ci proponessero qualcosa di diverso e duraturo nel tempo. Le relazioni con loro sono aperte e valuteremo insieme cosa fare in futuro.

…e realtà come Fiorentina, Empoli o Arezzo che sono forti nel calcio femminile?
Nessuno di loro ci ha mai scritto o chiamato. Ma nemmeno per chiedere una delle nostre calciatrici. Attualmente abbiamo creato una sorta di accordo col Pontedera ma la situazione è ancora in fase embrionale quindi non so dirle in che modo si svilupperà la questione. Degli altri club che lei mi ha citato non si è fatto vivo nessuno, ma come le dicevo prima, le nostre porte sono aperte. Perché vogliamo garantire anche alle ragazze la possibilità di raggiungere alti livelli se tecnicamente sono in grado di poterlo fare.

Che ne pensa dello sviluppo del calcio femminile in Italia?
Mi aspettavo che dopo l’Europeo lo sviluppo prendesse il largo ma noto che non è così. Sia chiaro, rispetto agli anni passati uno sviluppo forte c’è stato e lo si nota. E Milena Bertolini è stata una delle artefici che ha reso possibile questo sviluppo è innegabile. Non voglio commentare le decisioni prese a livello federale. Da ottimista dico che il vaso ormai è stato aperto e difficilmente si potrà richiudere. Non so se tra uno, o cinque o forse dieci, venti anni, ma so che il calcio femminile avrà lo spazio ed il rispetto che merita al pari di tutti gli altri sport praticati da donne e ragazze. E le dirò un’altra cosa che mi sta molto a cuore.

Prego
Il calcio femminile ha già le potenzialità per risultare migliore del maschile. Le faccio un esempio: una volta ho visto le mie ragazze che sul campo stavano perdendo 6-0. Ebbene nonostante il risultato che ti spinge a mollare, il Siena ha continuato a giocare come se stessero perdendo con un solo goal di scarto. Una ragazza che gioca a pallone lo fa perché le piace, è quello che vuole. Nel maschile a volte sono i genitori che impongono ai loro figli di praticare calcio, ma magari non è lo sport che vorrebbero praticare. Potrei dirle altri motivi per cui sotto certi aspetti il calcio femminile è superiore alla controparte maschile, ma rischieremmo di stare qui tutta la serata (ride ndr). Chiudo dicendole solamente che io sto iniziando a provare più piacere a guardare la Nazionale femminile che quella maschile. Il che dice praticamente tutto.

Vi è mai capitato di subire o assistere a episodi di discriminazione nei riguardi delle sue ragazze?
Fortunatamente nei confronti delle mie calciatrici non ho mai assistito a scenate del genere, nemmeno quando affrontiamo squadre maschili. I fatti che hanno coinvolto l’Under 17 del Napoli mi hanno lasciato sgomento. Se dovesse accadere alle mie ragazze sarei il primo a denunciare tutto e ad allontanare certa gente dal centro sportivo dove operiamo. L’unico episodio che mi sento di segnalare è stato quello di qualche insulto rivolto, non da persone legate al Siena, ad un arbitro donna durante una delle tante gare che abbiamo disputato. Situazione che si è spenta finita la gara. Sono comunque consapevole che in Italia c’è un problema culturale che va affrontato e noi stessi stiamo collaborando con le scuole facendo la nostra parte nel nostro piccolo. È una goccia in un oceano ma noi ce la mettiamo.

In chiusura le chiedo un commento sulla Fiorentina e sul momento delicato che sta vivendo?
Sono un senese tifoso viola, immagino non se lo aspettasse (ride ndr). Sarò onesto con lei, con gli impegni che ci coinvolgono come società ogni fine settimana tra partite casalinghe e trasferte, il tempo che ci rimane per seguire i vari campionati è poco o nullo. Ho diverse ragazze che tifano Fiorentina nella mia società e sicuramente sono più informate di me su cosa stiano facendo Severini e compagne. Sul fronte maschile dico solo che non mi aspettavo a inizio anno di ritrovarmi a lottare per questo e con queste problematiche. Posso solo dire che bisogna ritrovare serenità e uscire da questa situazione critica nel più breve tempo possibile.