FERRARI-PRADÈ E LA "MISSION" DI CONVINCERE AMRABAT: IL GRUPPO AVRÀ UN RUOLO CHIAVE
Ci stanno provando in tutti i modi, ogni giorno. I dirigenti viola (Alessandro Ferrari e Daniele Pradè su tutti) si sono dati ormai una nuova missione da qualche giorno ed è quella di convincere il prima possibile Sofyan Amrabat a restare alla Fiorentina. L’obiettivo di incassare tra i 15 e i 20 milioni dall’addio del marocchino sembra essere dunque tramontato di fronte alla richiesta (quanto mai esplicita) da parte di Palladino di trattenere il giocatore a Firenze anche nella prossima stagione e soprattutto della disponibilità che l’ex United ha mostrato nel momento in cui è tornato al Viola Park dopo le vacanze e si è messo a disposizione del nuovo allenatore. Al punto da giocare (e bene) 60’ domenica a Friburgo.
Tutto facile, dunque? Nemmeno per sogno. Perché se è vero che il rapporto tra Amrabat e il tecnico è fin da subito decollato - come su FirenzeViola vi raccontiamo da giorni e Palladino stesso ha confermato a Friburgo - e che anche con la società il feeling è positivo (Richardson è stato un profilo caldeggiato da “Sofy”) restano da risolvere due problemi, l’uno corollario dell’altro: il primo è legato alla volontà del centrocampista di tornare a giocare in una realtà prestigiosa come quella della Premier o, quantomeno, di assicurarsi il posto in un club che giochi la Champions mentre il secondo è il nodo relativo al contratto del classe ’96, in scadenza tra meno di due anni e dunque da estendere qualora Amrabat decidesse di sposare per la seconda volta il progetto Fiorentina.
Sotto questo aspetto grossi passi in avanti non ne sono stati fatti. Eppure c’è una carta che la Fiorentina può ancora giocarsi da qui a fine mercato ed è il rapporto che il marocchino ha immediatamente recuperato con il resto dello spogliatoio. Quando Amrabat è tornato a Firenze dalle vacanze all’inizio nei suoi confronti si è respirata una discreta dose di freddezza (pare non gli siano state risparmiate nemmeno delle "frecciatine") ma nel giro di pochi giorni il mediano - che un anno prima aveva fatto il diavolo a quattro pur di farsi cedere in Premier, mettendo in crisi anche il rapporto con alcuni senatori - si è riabilitato agli occhi dei compagni, ritrovando armonia e spirito di gruppo. Anche questa, dunque, può essere una chiave che può spingere il giocatore a restare. La Viola - questo è certo - ci proverà fino in fondo.