E QUANDO PENSI CHE SIA FINITA, È PROPRIO ALLORA CHE COMINCIA LA SALITA
Un fulmine a ciel sereno che ha lasciato di stucco il giovane portiere ducale Edoardo Corvi e ha dato il via alla remuntada viola. Un lampo da attaccante vero: stop, pallone aggiustato e sinistro sotto la traversa, il tutto in una frazione di secondo. Se la partita giocata da Nzola ieri sera - tornato titolare dopo quasi un mese dopo quel brutto primo tempo giocato lo scorso 12 novembre contro il Bologna - fosse una canzone sarebbe "Che fantastica storia è la vita" di Antonello Venditti. "E quando penso che sia finita, è proprio allora che comincia la salita...", sì perché l'approccio alla gara di Nzola nel corso dei primi due terzi di gioco non sono stati molto diversi da quelli visti finora a Firenze da parte dell'ex Spezia.
Poco cercato dai compagni, non sempre abile a farsi trovare in area di rigore e, soprattutto, perennemente anticipato da Circati e compagni, che dopo dieci minuti gli hanno negato la gioia del gol. Da quel momento Nzola - che non era partito male nei primi minuti di gara - è sembrato cadere nella solita spirale fatta di errori e conseguenti mugugni dei tifosi. Ma è proprio nei momenti di massima difficoltà che si può toccare il fondo oppure provare a risalire. Nzola ha scelto la seconda strada e, aiutato dall'ingresso di Beltran, che gli ha tolto qualche pressione di dosso, ha iniziato a fare quello che gli riesce meglio: il centravanti di stazza che difende palloni e dialoga con i compagni.
La rete finale regala a lui il terzo sigillo stagionale (uno per competizione) e a Firenze la sensazione di aver finalmente visto un'istantanea di quell'attaccante che per tre anni aveva fatto gioire i tifosi dell'Alberto Picco e aveva convinto la dirigenza della Fiorentina a sborsare circa 13 milioni di euro per portarlo sulle rive dell'Arno.
Da ora in avanti la parola d'ordine sarà continuità: i trenta minuti finali di ieri, dove la Fiorentina è riuscita risorgere come una fenice grazie al suo gol, hanno convinto anche i più scettici, ma ciò non basta per cancellare i quattro mesi deludenti. Adesso la palla passa a Nzola, che dovrà cercare di essere decisivo sempre più spesso, magari già da domenica quando, a proposito di Venditti, davanti ci sarà la Roma, un match che per entrambe le squadre vale moltissimo in termini di classifica, ma non solo.